Caro bollette, la piscina chiude i battenti

A gennaio il gas è aumentato del 174% e la guerra non aiuta. Da lunedì lo stop sarà ufficiale, si teme anche per i tanti lavoratori

Gli aumenti dei costi delle bollette stanno mettendo in ginocchio l’attività della piscina

Gli aumenti dei costi delle bollette stanno mettendo in ginocchio l’attività della piscina

Empoli, 5 marzo 2022 - Soltanto nel mese di gennaio, la bolletta del gas è aumentata del 174%. Che tradotto significa costi più che raddoppiati rispetto all’anno scorso, quando a mettere a rischio l’intera attività era stato il Covid. No, stavolta il virus non c’entra nulla.

A mettere in ginocchio la piscina è infatti il caro bollette, ma la novità, rispetto alle scorse settimane, è che la tempesta perfetta che si è abbattuta sugli impianti natatori di tutta Italia – e quindi anche su quello di viale delle Olimpiadi – miete le prime vittime. Sì, la piscina chiuderà a partire dalla giornata di lunedì, come confermato da un post sui social di Acquatempra in cui si imputa la decisione all’aumento dei costi energetici e si fa sapere che agli utenti con corsi ancora attivi verrà riconosciuto un credito non monetizzabile per la parte del servizio non ancora usufruito.

La notizia è diventata ufficiale in tarda serata, ma le voci sulla chiusura circolavano già dal primo pomeriggio. Ad alcuni nuotatori che frequentano i corsi era infatti stato detto di non presentarsi dalla prossima settimana perché l’impianto sarebbe stato chiuso. Il problema, oltre alle bollette, è che i tanti attesi aiuti dall’alto non stanno arrivando. In Italia ci sono 3mila impianti e con la previsione di spesa complessiva di 30 milioni da parte dello Stato si parla di appena 10mila euro a piscina. Soldi che non bastano per la bolletta di un mese, senza contare che lo scoppio della guerra in Ucraina non fa che aggravare una situazione di per sé già molto compromessa.

In questi giorni il gestore, cioè Acquatempra, era al lavoro per fornire all’amministrazione comunale empolese un quadro economico che consentisse di fare chiarezza sui costi e sul modo in cui questi potevano essere affrontati, ma alla luce degli aumenti e tutto il resto le richieste del Cda non sembrano sostenibili.

L’obiettivo minimo, quindi, potrebbe essere quello di riuscire a tenere aperta la piscina soltanto nei mesi estivi, quando la spesa per le bollette è più bassa e quindi in qualche modo gestibile. Intanto però i problemi legati alla chiusura potrebbero coinvolgere anche i lavoratori, avvertiti soltanto ieri della decisione da parte di Acquatempra. Si teme per gli anticipi della cassa integrazione, che potrebbero non arrivare. Quanto agli impianti di Fucecchio e Certaldo, che fanno capo allo stesso gestore, al momento dovrebbero rimanere aperti. Tommaso Carmignani