Il delitto lungo l'argine. Roberto ha lottato con l'assassino. Retroscena inquietanti

Si cercano tracce del killer sul corpo di Roberto Checcucci, che ha cercato di difendersi dalle coltellate. Un genetista analizzerà i reperti

Continuano le ricerche da parte dei carabinieri: l’arma del delitto ancora non si trova

Continuano le ricerche da parte dei carabinieri: l’arma del delitto ancora non si trova

Castelfranco-Fucecchio, 4 ottobre 2020 -  Ha lottato con il suo assassino Roberto Checcucci. Avrebbe cercato di proteggersi dalla raffica di fendenti che lo hanno lasciato cadavere sulla vegetazione lungo l’argine dell’Arno a Castelfranco dove si era recato per camminare. E quella lotta ha lasciato dei segni. Forse anche tracce di dna di chi si è avventato su di lui con una furia della quale, ancora, si cerca il movente.  

Domani il corpo del 53enne di Fucecchio sarà sottoposto alle rilevazioni genetiche. La procura di Pisa (indagine coordinata dal pm Fabio Pelosi) ha affidato l’incarico a un genetista per procedere a un accurato e complesso campionamento. Anche l’autopsia condotta dal medico legale David Forni è stata lunga e complessa. E ha messo in mano agli inquirenti la certezza che Checcucci è stato attinto per ben dieci volte in vari parti del corpo, da un coltello con una lama lunga e sottile. Una lama che è al centro di una caccia serrata, perché il suo ritrovamento – unito ai riscontri già in possesso degli carabinieri e a quelli che saranno gli esiti dell’indagine genetica sul corpo – potrebbe imprimere una spinta decisiva all’inchiesta verso una direzione precisa e circostanziata.  

Infatti per il momento il campo delle ipotesi resta aperto a 360 gradi. Gli inquirenti continuano a cercare e sentire persone, tutte quelle che nelle giornata di domenica, in orario compatibile con il delitto – o comunque prima del ritrovamento del corpo – sono transitate in quel tratto. Non si esclude che qualcuno, che ancora non è stato sentito o non si è fatto avanti, sia in possesso di quei particolari che potrebbero rivelarsi la chiave di volta per risolvere il caso.  

Non c’è ancora una data certa per la restituzione del corpo del 53enne di Fucecchio ai familiari. Checcucci viveva con la madre 91enne e con il fratello Gilberto. La famiglia della vittima è assistita dal penalista fucecchiede, avvocato Andrea Massaini. "Hanno chiesto aiuto a un legale per essere seguiti in questa fase tanto delicata e dolorosa della loro vita – conferma l’avvocato –. Le indagini sono in pieno svolgimento. Per l’autopsia non abbiamo nominato un nostro consulente, perché ci fidiamo ciecamente del lavoro del dottor Forni. Così come riponiamo la massima fiducia nel pm Pelosi, un magistrato molto scrupoloso". "Il fratello della vittima è stata sentito a lungo – aggiunge il legale – per poter ricostruire personalità e vita di Roberto: un uomo appunto, abitudinario, mite, solitario, senza relazioni, senza un cellulare e senza vita social. Siamo convinti che ogni pista e ogni elemento sarà valutato per arrivare al responsabile del delitto. In questa fase non procederemo con nostre investigazioni di parte. Agli esiti del lavoro della procura, poi, eventualmente, valuteremo".