"Non ci sono ancora i dati per ipotizzare alcun tipo di risanamento sul terreno"

La geologa Duranti chiarisce: "È ancora presto per progettare la bonifica, mancano tutte le fasi valutative per verificare l’impatto ambientale"

Le indiscrezioni sulla concentrazione di ’Keu’ presente nel terreno sotto la strada regionale 429 devono ancora trovare conferma, ma certo non fanno stare tranquilli. A Daria Duranti, geologa libera professionista e consigliere del direttivo della Società italiana di geologia ambientale (Sige) abbiamo chiesto una valutazione dello scenario che si sta profilando.

Dottoressa Duranti, c’è già chi chiede una bonifica della strada 429, che ne pensa?

"Non è detto che sia necessaria, perché ci sono vari livelli di messa in sicurezza a seconda delle situazioni Non è automatico che i risultati di laboratorio portino alla bonifica, possono prevedere fasi intermedie di messa in sicurezza, provvisorie o permanenti.

Che significa, in concreto, fare una bonifica?

"Significa la rimozione della fonte di contaminazione e la rimozione dei contaminanti che si sono dipsersi nelle risorse naturali allontandosi dalla fonte. Prospettare uno scenario di bonifica in questo momento sulla 429 non ha nessun senso, perché mancano tutte le fasi valutative necessarie in un procedimento di verifica ambientale".

Quali potrebbero essere interventi plausibili?

"Ci vuole una conoscenza tecnica esatta con dati analitici approfonditi che al momento non ci sono e quindi non si possono ipotizzare interventi di nessun tipo".

Sappiamo che il ’Keu’ è molto dannoso per la salute e l’ambiente, si può fare qualcosa come prevenzione?

"No. Bisogna affidarsi agli enti tecnici che per fortuna hanno preso subito in mano la situazione. Da cittadina e non solo da geologa devo dire che il fatto che Arpat si sia attivata immediatamente con le verifiche e i controlli mi fa stare tranquilla".

Francesca Cavini