Empoli, al museo con sciarpa e guanti. "Anche così si salva la cultura"

Il caro energia si abbatte sui luoghi d’arte. Cristina Gelli: "Pronti a ogni sacrificio pur di non chiudere"

L’inaugurazione di una mostra al museo Leonardiano di Vinci (Gasperini/FotoGermogli)

L’inaugurazione di una mostra al museo Leonardiano di Vinci (Gasperini/FotoGermogli)

Empoli (Firenze), 7 settembre 2022 - «Visitare i musei con sciarpa e guanti? L’auspicio è di non dover ricorrere a misure così estreme. Ma se dovesse esserci richiesto, perché no. Siamo tutti chiamati ad un sacrificio, anche piccolo, pur di salvare la cultura". Stangata del caro energia, anche teatri, cinema e musei sono in sofferenza. I bilanci, già difficili da tenere in equilibrio, sono oggi compromessi dall’emergenza bollette. E proprio il mondo della cultura che arriva da un biennio lungo e sofferto che lo ha visto piegato dalla pandemia, si ritrova alle porte della nuova stagione con il fiato sospeso. Stavolta non è colpa del virus ma dei costi energetici. Il peggio sembrava passato? Forse no. "La gestione oculata di quest’estate ha dato i suoi buoni frutti – racconta Cristina Gelli, direttrice dei musei empolesi – Cosa ci si aspetta per l’inverno? Ci adegueremo alle direttive dettate dall’amministrazione comunale valide per tutti gli edifici pubblici. Ma se per il risparmio di tutti e per garantire il servizio attivo salvando la cultura ci dovesse essere richiesto di indossare il cappotto, non avrei difficoltà. Mi è capitato di farlo, da visitatore, in alcuni musei sparsi per il mondo. Se fosse l’unica soluzione praticabile in questo momento storico, direi di sì. Bisogna iniziare a pensare a delle rinunce, nel nostro piccolo, da privati cittadini ma anche nel pubblico. Si parla tanto di comportamento etico e se l’etica ci chiede di abbassare di qualche grado il termosifone si può fare".

Della serie , meglio una visita al museo con sciarpa e guanti che trovare le porte chiuse. Un’ipotesi che guarda anche ai visitatori più piccoli. "Per le visite guidate con le scuole troveremmo sicuramente delle soluzioni idonee, per far muovere i ragazzi e farli divertire allo stesso tempo: la priorità resta quella di conoscere, sperimentare, sapere". L’estate comunque si è chiusa senza drammi, almeno per i musei. I correttivi adottati rispetto alla gestione degli anni precedenti hanno evitato il salasso. "Il museo della Collegiata non ha un impianto di condizionamento se non quello per la rilevazione dell’umidità (siamo obbligati a mantenere degli standard per la conservazione delle opere) ma non incide sui costi. Il museo del vetro invece ha un impianto di condizionamento che abbiamo utilizzato in modo attento in estate, lo stesso faremo in inverno per il riscaldamento. Ci siamo mossi mantenendo l’accensione dell’aria solo nelle ore più calde rispettando la normativa sulla sicurezza sul lavoro. E questo ci ha aiutati con le bollette. Idem per il museo paleontologico dove il condizionatore è stato acceso solo in occasione di attività e in orari di massima calura".

Ancora per l’inverno non ci sono indicazioni da parte dell’amministrazione, ma arriveranno per tutti gli uffici comunali e anche ai musei verrà chiesto di fare la propria parte. "Siamo abituati ad avere l’occhio al risparmio. I nostri musei non hanno pubblico ad ogni ora del giorno. Quindi i video li proiettiamo il minimo indispensabile, ad esempio. Laddove arrivano i visitatori, rendiamo gli spazi fruibili e illuminati. Trattandosi di immobili vecchi soprattutto per il museo della Collegiata, o dispersivi come il MuVe, l’unica azione da attuare in vista del freddo è quella di abbassare il termometro e mantenere il riscaldamento nelle ore di laboratorio. Così facendo si risparmia un minimo, almeno sull’energia". E si prova a non rinunciare alla bellezza dell’andar per musei.