Multiutility, partita ancora aperta L’esito del voto cambia gli scenari

In base ai dati emersi dalle urne lo strapotere dei dem è diventato un po’ gracile rispetto alle previsioni. Così per il progetto della grande azienda di servizi potrebbe crearsi qualche problema in prospettiva

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di Bruno Berti

L’uragano che si è abbattuto sulle urne delle elezioni politiche, dal punto di vista del Pd, pone qualche problema di prospettiva anche per la partita della Multiutility, la grande azienda dei servizi pubblici che si sta costituendo basandosi sul gigante Alia e sulle holding dei Comuni, a partire della nostrana Publiservizi. Secondo quanto si sussurra negli ambienti politici, il progetto potrebbe vedere qualche difficoltà, visto che lo strapotere dei ‘dem’ è diventato un po’ gracile proprio in base ai dati emersi dalle urne.

Senza contare che non c’è niente di peggio che trovarsi nelle condizioni del pugile suonato, che non sa come parare i colpi che gli vengono indirizzati. Per chiarezza, enti locali amministrati dal centrodestra non erano certo sconosciuti tra i soci della Multiutility in costruzione, ma ora il loro peso si fa più significativo, perché le cifre dei seggi mettono potenzialmente a rischio, nelle prossime consultazioni amministrative (nel caso della nostra area previste nel 2024) molti di quelli che per decenni sono stati, in politica, territori di caccia esclusivi del centrosinistra, che ha anche il non facile compito di risolvere una crisi d’identità davvero pesante. Il cammino futuro potrebbe divenire più accidentato per i punti di riferimento della partita, i sindaci (Brenda Barnini compresa) che si troverebbero a dover fare i conti con un centrodestra ormai privo di complessi d’inferiorità. La questione tempi stia diventando un punto centrale, perché da un lato si parla della nuova grande azienda ormai da molto, e perché i mesi che passano possono far crescere ancora di più le opportunità per il centrodestra. Del gruppo Multiutility dovrebbero far parte Alia, il gigante toscano dei servizi ambientali, in cui troviamo i territori di Firenze, Prato e Pistoia e una serie di altre aziende, che stanno per essere incorporate nell’azienda che ora si occupa prioritariamente di raccolta e gestione rifiuti. Nel gruppo anche l’empolese Publiservizi, holding dei Comuni della nostra area e oltre che gestisce le partecipazioni nel mondo delle imprese di servizi pubblici. Quando il processo sarà terminato, Alia potrà contare sul 30% di Toscana Energia, sul 40% di Estra, un pesante 55% di Publiacqua e un significativo 19% di Acque Spa, che arriverà tramite la nostra Publiservizi. Le assemblee delle società interessate alla fusione sono previste tra il 19 e il 20 ottobre, mentre la nuova grande Alia dovrebbe essere operativa da gennaio 2023. Tra i passi futuri, l’approdo in Borsa, che però, viste le regole di Piazza Affari, non è una procedura immediata. La quotazione servirebbe a reperire fondi per gli investimenti della nuova Multiutility. Certo, l’operazione avrebbe un fascino maggiore se si fosse concretizzato lo schema iniziale, che vedeva insieme Alia, Publiacqua e Acque: l’azienda sarebbe stata molto più grande e in grado di incidere ancora più in profondità nel settore dei servizi pubblici toscani.