Molluschi alla salmonella. Pesca pericolosa in Arno

Blitz dei Nas in esercizi commerciali di cittadini cinesi: le lumache sarebbero state pescate qui e conterrebbero altissimi valori di batteri nocivi per l’uomo

Carabinieri del Nas

Carabinieri del Nas

Montelupo Fiorentino, 26 gennaio 2020 - Il vicesindaco di Montelupo Lorenzo Nesi non ha dubbi: le lumache di ’Sinotaia quadrata’ sequestrate dai carabinieri del Nas a Prato, in vendita presso centri esercizi della città, siano anche tra quelle raccolte sino alla scorsa estate in Arno all’altezza della città della ceramica. Ne è "sicuro", perché a Montelupo era stata rilevata attività consistente di questo tipo di ’pesca’. Il blitz del Nas di Firenze ha portato nella città laniera a denunce e sequestri, anche appunto di alcune lumache di acqua dolce, in particolare la ’Sinotaia quadrata’, positive alla salmonella e pronte ad essere vendute. Secondo i Nas sarebbero state raccolte dai commercianti cinesi nel Bisenzio e nell’Arno, come è stato scoperto nell’agosto 2019 a Montelupo: qui è stata emessa a suo tempo, firmata dal sindaco Paolo Masetti, un’ordinanza per vietarne il consumo perché contengono un’alta carica batterica.

Il Comune empolese aveva diffuso anche una dettagliata scheda della ‘lumaca’: il mollusco ritrovato nelle acque dell’Arno è la ’Sinotaia quadrata’, una specie di lumaca d’acqua dolce con una branchia e un opercolo, un mollusco gasteropode acquatico. Non autoctono delle nostre zone, ma di origine asiatica. La sua presenza nell’Ombrone pistoiese è documentata da tempo. Negli scorsi mesi sia la polizia municipale dell’Unione dei Comuni, sia le pattuglie della locale stazione dei carabinieri, hanno fermato a più riprese e talvolta identificato i raccoglitori di molluschi trovati immersi in Arno. Sono tutti originari della Cina e arrivano prevalentemente dalla piana fiorentina o pratese e hanno dichiarato più volte di utilizzare i molluschi per scopo alimentare.

Le quantità raccolte erano stimate in diversi chili (dai 10 ai 20 cadauno) e avevano fatto escludere il mero consumo personale, bensì ipotizzare l’esistenza di un commercio dei molluschi a fini alimentari. Varie le problematiche emerse tra cui in primo luogo la sicurezza. Lo stato delle acque dell’Arno nel tratto empolese, secondo il monitoraggio periodico effettuato da Arpat, non sono notoriamente delle migliori. Grazie alla collaborazione e alla disponibilità della Asl Toscana Centro, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana e di alcuni volontari sono stati raccolti nel tratto di Arno interessato campioni di ’Sinotaia quadrata’. È stato così possibile effettuare alcune analisi ufficiali finalizzate a valutare l’esistenza di un pericolo in caso di utilizzo a fini alimentari. I referti escludono salmonella, epatite A, ma individuano alti livelli di carica batterica tali da esporre i consumatori di questi gasteropodi a rischi reali per la loro salute.

Ad esempio per la Escherichia Coli il livello massimo consentito è 230mnp/100g, mentre quello rilevato è 54000mnp/100g. Oltre 234 volte il limite. Il fatto poi che la raccolta riguardi grandi quantità di prodotto apre il problema dell’utilizzo finale dei molluschi, "per comprendere il quale auspichiamo indagini specifiche" si diceva dal Comune mesi fa. Indagini puntualmente effettuate. I molluschi, molluschi sono una specie "importata" e non sappiamo ancora quali danni possono creare alla fauna e alla flora del territorio. © RIPRODUZIONE RISERVATA