Ragazza trovata morta sulla strada. I misteri del caso Scimmi. "Serve nuova indagine"

In 750 hanno aderito alla petizione lanciata via social dalla sorella Giulia. Presto la consulenza dei periti che hanno individuato un auto misteriosa

Sara Scimmi, la giovane morta nel settembre 2017

Sara Scimmi, la giovane morta nel settembre 2017

Empoli, 26 gennaio 2022 -  «Si riapra l’indagine per omicidio nel caso della morte di Sara Scimmi". In 750 hanno aderito alle petizione lanciata alcuni mesi fa via social dalla sorella Giulia affinché si faccia piena luce su tutta la vicenda: "se era già morta quando il camion la investì, s’indaghi su quello che è successo prima per capire chi o cosa ha ucciso Sara".

Una richiesta che ora poggia anche sugli esiti di accertamenti condotti privatamente da alcuni legali e consulenti che, visionando le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza della zona dove Sara è morta, hanno messo sotto la lente un’automobile mai presa in considerazione prima. La stessa squadra di esperti fornirà alla famiglia Scimmi – ormai dovrebbe mancare poco tempo – una perizia da sottoporre alla magistratura per formalizzare la riapertura del caso. Infatti, ricordiamo, finì con l’archiviazione il filone d’indagine per omicidio volontario contro ignoti aperto in un secondo momento per verificare se Sara, prima di essere travolta dal camion, fosse stata aggredita, o abbandonata in strada, o travolta da altre auto. Sara Scimmi è la 19enne di Castelfiorentino che la notte del 9 settembre del 2017 fu trovata cadavere sulla strada regionale 429. Per morte della giovane, ancora un giallo, l’unico a finire a processo per omicidio stradale e omissione di soccorso è stato Milko Morelli (assistito dagli avvocati Cristina Bibolotti ed Elisabbetta Maccanti), l’autotrasportatore di Santa Maria a Monte che con il suo tir investì Sara quella notte ancora piena di misteri. In primo grado, Morelli, 50 anni, fu riconosciuto non colpevole in quanto, secondo i giudici, non vi è prova che la ragazza, fosse viva quando le ruote del mezzo pesante la schiacciarono.  

Il pm ha fatto appello – il processo è in attesa di fissazione – ritiene che le probabilità che la Scimmi avesse subito un primo urto a causa di un’auto transitata poco prima del mezzo pesante siano inferiori rispetto a quanto ritenuto dal collegio del tribunale di Firenze. La pubblica accusa per l’autotrasportatore aveva chiesto la condanna a 5 anni di reclusione, e nelle pagine in cui il pm argomentava il ricorso contro l’assoluzione dell’unico imputato per l’omicidio stradale della 19enne la procura contesta in toto l’impianto della sentenza di primo grado, che vede in un precedente incidente, ad opera di un’auto rimasta, appunto, ignota, la causa della caduta della giovane sulla linea di mezzeria. Quello che però chiede la famiglia di Sara Scimmi è che s’indaghi sul prima "visto che la circostanza – dice la sorella – è anche alla base dell’esito del processo di primo grado". E soprattutto visto il successivo lavoro di un team di consulenti italo-americani sull’auto misteriosa che potrebbe aver avuto un ruolo fondamentale nella morte della ragazza.

Carlo Baroni