Nubi nere sulla catena Mediaworld, sindacato: "Giovedì assemblea"

Il boom del commercio sul web mette a rischio i negozi tradizionali

Protesta dei dipendenti Mediaworld del Centro Meraville a Bologna

Protesta dei dipendenti Mediaworld del Centro Meraville a Bologna

Empoli, 20 marzo 2018 - Tremano i dipendenti del negozio Mediaworld all’interno del centro commerciale di via Sanzio. Dopo le chiusure dei punti vendita di Milano e Grosseto e l’annuncio di una black list che presuppone altri tagli, i 40 lavoratori che operano sul territorio si interrogano sul loro futuro.

Per questo la Filcams Cgil ha annunciato un’assemblea sindacale organizzata per la giornata di giovedì: con quello che si teme, la minaccia è quella di uno sciopero improvviso che coinvolgerà anche il negozio posto all’interno del Centro Empoli.

"Purtroppo – spiega Massimiliano Fabozzi della Filcams Cgil – non possiamo stare tranquilli. La multinazionale proprietaria del marchio ha fatto sapere che i punti vendita che non saranno in grado di provvedere a se stessi verranno chiusi, ma non ha detto quali sono quelli a rischio. Per i lavoratori si tratta di una situazione inaccettabile. Sarà una vertenza lunga e complicata: quello che non vediamo è un piano industriale che faccia chiarezza sul futuro dell’azienda".

Il problema, manco a dirlo, è legato al boom del commercio via internet e alla crisi che sta coinvolgendo i negozi di elettronica, sempre più stretti nella morsa di Amazon e di altri siti di vendite on line.

E’ di questi giorni la notizia che anche Trony, altro colosso del settore, non se la passa bene. In questi giorni hanno chiuso 43 punti vendita per la dichiarazione di fallimento della società Dps. A rischio ci sono 500 posti di lavoro in tutta Italia. I punti vendita che due giorni fa non hanno alzato la saracinesca sono in Liguria, Piemonte, Lombardia Veneto, Friuli e Puglia, ma per adesso non in Toscana. "In questo senso – prosegue Fabozzi – non ho molte notizie in merito e spero che la situazione sia meno grave rispetto a quella di Mediaworld, ma la crisi che sta colpendo il settore è tangibile e investe tutti".

In un contesto del genere, il concetto stesso di centro commerciale potrebbe essere messo in discussione. Al di là dei problemi legati al mondo dell’elettronica, a scrutare con apprensione il futuro sono anche i 500 dipendenti che lavorano in via Sanzio.

"E’ indubbio – conclude Fabozzi – che tutti questi centri siano destinati a riposizionarsi. I posti di lavoro si riducono laddove c’è automazione, ma in discussione c’è pure l’indotto. In futuro avremo impieghi sempre più precari e meno retribuiti. Inutile aggiungere come gli scenari siano tutto fuorché rassicuranti".