Long-Covid: affanno e tanta stanchezza Viaggio tra i guariti che non guariscono

Più di dieci empolesi a settimana si presentano all’ambulatorio per il “dopo-virus“: "I danni restano a lungo"

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Il Covid può lasciare ‘cicatrici’ anche a distanza di mesi dalla guarigione. L’infezione può infatti causare danni sulla funzionalità respiratoria anche in pazienti che hanno superato la malattia in forma lieve. Delle circa mille persone ricoverate durante le varie ondate al San Giuseppe di Empoli non tutte ce l’hanno fatta, ma chi è riuscito a sconfiggere il ‘nemico invisibile’ continua a essere seguito dall’ambulatorio di pneumologia e endoscopia bronchiale diretto dal dottor Antonio Sanna.

Dottore quali sono i principali sintomi post Covid?

"In molti soggetti persistono per settimane, in alcuni casi mesi, dispnea (affanno) e astenia (facile stancabilità). In generale, chi è stato ricoverato nei reparti di medicina o terapia intensiva, ha difficoltà a svolgere le attività quotidiane o comunque ciò che faceva prima di contrarre la malattia".

Chi sono i soggetti che state seguendo?

"Sono persone che hanno dai 50 ai 70 anni, donne e uomini. L’aspetto positivo è che nessuno di loro, dopo le dimissioni, ha avuto bisogno dell’ossigeno terapia. Nonostante la malattia non rimangono danni funzionali. Abbiamo visto che la funzione respiratoria, con il passare del tempo, migliora. La miglior medicina in questo caso è la pazienza, anche perché non ci sono farmaci specifici che possono aiutare o accelerare il recupero".

Come funziona il percorso di screening dedicato ai pazienti dimessi dai reparti Covid?

"L’ambulatorio dedicato è attivo tre pomeriggi alla settimana. Vediamo in media dai 10 ai 12 pazienti. Le persone vengono contattate e invitate a presentarsi al controllo. Viene fatto loro un elettrocardiogramma, quindi l’esame del sangue e poi arrivano nel nostro ambulatorio dove effettuiamo una valutazione dell’apparato respiratorio con tac ai polmoni e spirometria per la parte funzionale. Una volta acquisiti tutti i risultati il paziente viene visto dai medici del reparto presso il quale era stato ricoverato. Se sussistono patologie vengono indirizzati agli specialisti: chi, ad esempio, ha un’asma bronchiale è seguito da noi, chi ha una pericardite sarà preso in carico dal cardiologo".Tra i numerosi pazienti che hanno sconfitto il Covid c’è qualcuno che l’ha colpita?

"Mi ha colpito un giovane panettiere, sotto i 30 anni, che è finito in terapia intensiva. Dopo due giorni che gli è stata tolta la maschera dell’ossigeno era già in piedi e sembrava non avesse avuto nulla. I soggetti giovani hanno una risposta molto più forte. Ma ci sono anche persone di età avanzata che nonostante siano state colpite duramente dall’infezione e avevano poche speranze di sopravvivere ce l’hanno fatta e adesso vengono in ambulatorio ai controlli. I danni da Covid possono rimanere a lungo, ma adesso abbiamo uno strumento per prevenirli: il vaccino. Facciamocelo tutti perché è l’unica vera arma contro la possibilità che la malattia si manifesti in modo grave". Irene Puccioni