"Libertà e democrazia" Il grido della comunità Nel ricordo dei deportati

Ieri mattina sono stati resi tutti gli onori ai 55 cittadini e lavoratori empolesi . La cerimonia è seguita in corteo fino al monumento della ex vetreria Taddei.

"Libertà e democrazia"  Il grido della comunità  Nel ricordo dei deportati
"Libertà e democrazia" Il grido della comunità Nel ricordo dei deportati

Onori agli operai che furono deportati. "Non vogliamo che la storia si ripeta e per questo ogni anno siamo qui a ricordare i nostri concittadini che furono deportati nei campi di sterminio e da cui solo in pochi riuscirono a tornare". Con queste parole, don Guido Engels ha officiato la a messa in memoria dei caduti nella chiesa della Madonna del Pozzo, in piazza della Vittoria, aprendo la commemorazione del settantanovesimo anniversario della deportazione dei 55 cittadini e lavoratori empolesi nel 1944.

La cerimonia è seguita in corteo fino al monumento della ex vetreria Taddei, dove è stata deposta una corona d’alloro e dove sono stati resi tutti gli onori ai caduti. Presenti tutte le autorità civili e militari, a partire dalla sindaca di Empoli Brenda Barnini, al Comune di San Miniato con il sindaco, Simone Giglioli, e ancora il presidente del Consiglio comunale, Alessio Mantellassi, consigliere e consiglieri del Comune di Empoli, le associazioni di volontariato, l’Aned, l’Anpi, l’Arci, le Pubbliche Assistenze Riunite di Empoli, la Lega Spi CGIL Empolese Bruno Trentin, alcune classi delle scuole secondarie di primo grado ‘Busoni’ e Vanghetti’, il consiglio comunale dei ragazzi di Castelfiorentino con la giovane sindaca Giorgia e gli amici austriaci gemellati della cittadina Sankt Georgen an der Gusen.

"Ci troviamo di nuovo qui in questo luogo estremamente importante per la memoria della nostra città e del nostro territorio – ha detto il sindaco Brenda Barnini -. Un benvenuto di cuore e caloroso a tutti i ragazzi delle nostre scuole presenti, al Consiglio dei ragazzi di Castelfiorentino e a tutti i presenti. Ogni anno diventa più impegnativo portare il peso della testimonianza della memoria, è impegnativo per i familiari delle vittime, le associazioni a cominciare dall’Aned, è impegnativo per le istituzioni perché sono passati tanti anni e diventa sempre più difficile ricostruire un filo che non si spezzi e che possa arrivare alle nuove generazioni, sia come testimonianza di ciò che è stato, sia come insegnamento che ciò che è stato non avvenga mai più". "La lapide che è stata messa vicino a questa ciminiera testimonia quanto questo luogo sia stato un luogo di lavoro e di produzione di una vetreria – ha aggiunto – . Le vetrerie sono state quasi un secolo il simbolo del lavoro della produzione ma più in generale del nostro modo di essere comunità".