"Le reti di comunità Salvezza delle donne"

Il ministro Elena Bonetti a Empoli loda l’impegno dei centri di aiuto "Finché ci sarà discriminazione di genere ci sarà anche la violenza"

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"Le reti di comunità come i centri d’aiuto sono l’opportunità di salvezza per le donne", ha detto il ministro per le pari opportunità Elena Bonetti intervenendo alla Pubbliche Assistenze Riunite di Empoli, ieri, dov’è stato fatto il punto anche sull’impegno del Centro Aiuto Donna Lilith. Un impegno lungo vent’anni. Nato per caso. Quando le donne iniziarono a chiedere aiuto e alla Pubblica Assistenza si capì che era importante fare qualcosa. Dalle prime iniziative nacque lo sportello di ascolto e da lì il Centro che ora conta e coordina 13 sportelli sul territorio, tre case rifugio per le donne vittima di violenza, e poi le case di seconda accoglienza. Ma l’emergenza continua e presto arriverà anche un nuovo bilocale. Una crescita ed un lavoro lodato dal ministro Bonetti che ha posto l’accento sul fenomeno aberrante della violenza di genere "che non potrà mai finire finché ci sarà la discriminazione di genere". Un fenomeno che non è temporaneo, ma che è strutturale, ha radici profonde, richiede la nascita di una nuova cultura e di un forte lavoro di prevenzione. Come quello dei centri antiviolenza che "rispecchiamo perfettamente quello che è l’obiettivo del piano del governo – ha aggiunto il ministro - Tant’è che per la prima volta abbiamo i fondi alle regioni per i centri".

Una piaga foriera di altre piaghe. Connesse o interconnesse, come usa dire oggi in pieno linguaggio digitale: pedo pornografia, pedofilia, bullismo e anche cyberbullismo. "Tutti fenomeni in qualche modo collegati al tema della discriminazione di genere e delle violenza di genere", ha aggiunto il ministro che ha concluso il suo intervento sottolineando come il "primo passo deve essere educativo e finalizzato anche ad un nuovo linguaggio tra giovani, e tra gli stessi e gli adulti". A questo va affiancato il lavoro delle istituzioni e l’impegno delle reti sui territori. Per intercettare e contrastare. Presenti, ieri, anche i vertici della forza dell’ordine.

Ci sono i numeri a confortare l’emergenza e l’impegno di Lilith. Durante il 2021 – il report è stato reso noto poche settimane fa – sono state 146 le nuove donne prese in carico dal centro antiviolenza. Nell’ambito dell’accoglienza in protezione sono 22 le donne e 29 i minori ospitati in casa rifugio, mentre nelle strutture di emergenza sono state accolte 34 donne e 43 minori. Perché anche i minori che assistono alle violenze verso la madre sono vittime. Vittime di una sorta di "violenza assistita", e altrettanto grave. Il Centro Aiuto Donna Lilith – coordinato dalla psicologa Maya Albano che ha guidato l’incontro pubblico con il ministro Bonetti – è in prima linea su questi fronti. Che la pandemia ha acuito per le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria che hanno accentuato criticità e ruggini dentro le mura domestiche. Così come hanno frenato la socialità e aumentato il rifugio dentro la dimensione virtuale. Esponendo giovani e giovanissimi ai pericoli della rete. E a volte portato gli adulti nella parte più truculenta dell’on line.

Carlo Baroni