La Trappola "Uno spettacolo che parla di noi"

In scena Tommaso Taddei e Francesco Pennacchi nella loro ‘versione’ della novella di Pirandello

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Un lavoro sul concetto di identità. Un lavoro, in realtà prima parte di un progetto che si concluderà nel 2021, che farà tappa al Giallo Mare Minimal Teatro di Empoli, domani sera alle 21 per la rassegna Teatro contemporaneo. In scena ne ‘La trappola’, con Francesco Pennacchi ci sarà Tommaso Taddei, pronto a raccontare da dove nasce questa intensa proposta artistica.

La comunicazione è la chiave dello spettacolo?

"Come sistema di dialogo, in parte è centrale. Rispetto all’opera di Pirandello, ‘La trappola’ è una di quelle più assertive: è il monologo interiore, a tratti nichilista, di questo personaggio. Da qui, l’idea di lavorare sul concetto di identità che per Pirandello è realtà in continua trasformazione, anche qualcosa che si forma nella relazione. Poi c’è il concetto del doppio".

In che senso?

"Nella mia messa in scena, il monologo è riferito a uno sdoppiamento del protagonista, con due attori sulla scena vestiti e truccati come fossero la stessa persona e uno dei due, per sottolineare il vitalismo che c’è in Pirandello, durante la mezz’ora di spettacolo attraversa vari stati e cambia fisicamente".

Una lettura differente dell’opera di Pirandello.

"E’ una lettura che risente di quello che c’è stato dopo, di autori come Samuel Beckett. E anche a livello stilistico, sulla scena, questa novella nera e tremenda viene giocata con un forte grado di divertimento fra i due. Quindi, la riflessione sulla vita che è flusso continuo viene declinata in un modo paradossalmente divertente".

Da dove parte questa idea?

"Tutto nasce da un’idea di Giallo Mare: volevamo fare un lavoro per le scuole di superiori. Cercavamo qualcosa di emblematico di Pirandello senza mettere in scena i grandi classici: abbiamo pensato a un laboratorio sul concetto di identità e maschera, importante nel Novecento e ancora oggi".

Perché?

"Viviamo in un periodo in cui l’identità è plurima, moltiplicata nei social e nel web. Nella nostra visione, non è qualcosa di cristallizzato. Il risultato è uno spettacolo interessante: parla di noi, parla all’uomo. Vale la pena di ascoltarlo".

Samanta Panelli