Un cartellino rosso costato 10 giornate di espulsione (foto d’archivio)

Empolese Valdelsa, 15 ottobre 2022 - Ogni  fine settimana, i campi da calcio toscani accolgono migliaia di appassionati di questo sport, impegnati nei vari campionati dilettantistici, giovanili ed amatoriali e purtroppo talvolta capita che, a fronte di centinaia di partite giocate con fair-play, ce ne siano alcune che balzano agli onori della cronaca per brutti episodi contro quegli stessi principi di cui, invece, i giocatori dovrebbero essere i primi e più fermi sostenitori, in applicazione costante dei valori dello sport. Come per altro avviene nella grande maggioranza degli incontri. Il caso in questione è avvenuto domenica scorsa al campo Raciti di Quarrata in occasione della partita Olimpia - Giovani Vinci, valida per la quarta giornata del girone F di Seconda Categoria. Mancano cinque minuti al termine dell’incontro, quando si accende un diverbio tra un giocatore del team pistoiese di origini marocchine ed un difensore della squadra vinciana che, dopo aver preso uno sputo in faccia, offende verbalmente l’avversario al momento in cui l’arbitro lo espelle, meritandosi a sua volta il cartellino rosso. Pesantissima la mano del giudice sportivo, che squalifica il ventottenne calciatore del Giovani Vinci per dieci giornate "Per condotta discriminatoria per motivi di razza nei confronti di un calciatore avversario", come si legge nel comunicato ufficiale della Figc Toscana, mentre infligge tre turni di stop al ventiduenne dell’Olimpia Quarrata "Per aver sputato sul volto di un calciatore avversario". "Il problema è che qui il razzismo non c'entra affatto – spiega l’allenatore del Giovani Vinci, Alessandro Lucchesi – perché il direttore di gara ha completamente frainteso la parola pronunciata dal nostro tesserato, in un momento di estrema rabbia per il bruttissimo gesto subito. Sicuramente offensiva e, quindi, meritevole di squalifica, ma non certo riferita al colore della pelle. Tanto più che a fine partita, a dimostrazione del fatto che nel diverbio nessuno ha superato le righe, è stato per primo il calciatore del Quarrata a scusarsi per il suo deplorevole comportamento, finendo per riderci e scherzarci su con il nostro difensore che, per inciso, è veramente l’ultima persona da cui mi potrei aspettare una cosa del genere. Esattamente come dovrebbe essere, perché lo scontro fisico o verbale in campo ci può stare, ma tutto deve risolversi una volta usciti dal rettangolo verde". La società vinciana non ci sta, quindi, a vedere il proprio nome affiancato ad una colpa così grave perché è un danno di immagine enorme, come sottolinea ancora Lucchesi: "Negli anni non ci siamo mai macchiati né di episodi di violenza né tanto meno di questa entità, anzi quando capitava di avere in rosa qualche elemento più agitato siamo stati noi i primi a metterlo alla porta. Quindi dispiace, ora, essere associati alla parola razzismo quando in realtà non è successo niente di tutto ciò. Ci stiamo organizzando per poter fare ricorso, provando soprattutto a contattare il ragazzo del Quarrata per chiedergli di venire a testimoniare quanto realmente accaduto. L’unico modo per poter far cambiare idea all’arbitro che, come mi ha ripetuto a fine partita, è invece sicuro di quello che ha sentito".

Cronaca

Empolese Valdelsa, 15 ottobre 2022 -&nbsp;Ogni fine settimana, i campi da calcio toscani accolgono migliaia di appassionati di questo sport, impegnati nei vari campionati dilettantistici, giovanili ed amatoriali e purtroppo talvolta capita che, a fronte di centinaia di partite giocate con fair-play, ce ne siano alcune che balzano agli onori della cronaca per brutti episodi contro quegli stessi principi di cui, invece, i giocatori dovrebbero essere i primi e più fermi sostenitori, in applicazione costante dei valori dello sport. Come per altro avviene nella grande maggioranza degli incontri. 
Il caso in questione è avvenuto domenica scorsa al campo Raciti di Quarrata in occasione della partita Olimpia - Giovani Vinci, valida per la quarta giornata del girone F di Seconda Categoria. Mancano cinque minuti al termine dell’incontro, quando si accende un diverbio tra un giocatore del team pistoiese di origini marocchine ed un difensore della squadra vinciana che, dopo aver preso uno sputo in faccia, offende verbalmente l’avversario al momento in cui l’arbitro lo espelle, meritandosi a sua volta il cartellino rosso. 
Pesantissima la mano del giudice sportivo, che squalifica il ventottenne calciatore del Giovani Vinci per dieci giornate "Per condotta discriminatoria per motivi di razza nei confronti di un calciatore avversario", come si legge nel comunicato ufficiale della Figc Toscana, mentre infligge tre turni di stop al ventiduenne dell’Olimpia Quarrata "Per aver sputato sul volto di un calciatore avversario". 
"Il problema è che qui il razzismo non c'entra affatto – spiega l’allenatore del Giovani Vinci, Alessandro Lucchesi – perché il direttore di gara ha completamente frainteso la parola pronunciata dal nostro tesserato, in un momento di estrema rabbia per il bruttissimo gesto subito. Sicuramente offensiva e, quindi, meritevole di squalifica, ma non certo riferita al colore della pelle. Tanto più che a fine partita, a dimostrazione del fatto che nel diverbio nessuno ha superato le righe, è stato per primo il calciatore del Quarrata a scusarsi per il suo deplorevole comportamento, finendo per riderci e scherzarci su con il nostro difensore che, per inciso, è veramente l’ultima persona da cui mi potrei aspettare una cosa del genere. Esattamente come dovrebbe essere, perché lo scontro fisico o verbale in campo ci può stare, ma tutto deve risolversi una volta usciti dal rettangolo verde". 
La società vinciana non ci sta, quindi, a vedere il proprio nome affiancato ad una colpa così grave perché è un danno di immagine enorme, come sottolinea ancora Lucchesi: "Negli anni non ci siamo mai macchiati né di episodi di violenza né tanto meno di questa entità, anzi quando capitava di avere in rosa qualche elemento più agitato siamo stati noi i primi a metterlo alla porta. Quindi dispiace, ora, essere associati alla parola razzismo quando in realtà non è successo niente di tutto ciò. Ci stiamo organizzando per poter fare ricorso, provando soprattutto a contattare il ragazzo del Quarrata per chiedergli di venire a testimoniare quanto realmente accaduto. L’unico modo per poter far cambiare idea all’arbitro che, come mi ha ripetuto a fine partita, è invece sicuro di quello che ha sentito".

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