La morte di Sara Scimmi. Ecco perché la procura ha archiviato

Ma la polemica continua

Il luogo dove fu trovata morta Sara Scimmi (Germogli)

Il luogo dove fu trovata morta Sara Scimmi (Germogli)

Empoli, 31 gennaio 2019 - «I dati certi, raccolti nel corso delle indagini senza che alcuno degli ulteriori elementi ivi confluiti li potesse smentire, inducono a ritenere dimostrato che Sara Scimmi si fosse allontanata dal Kaleido, da sola e a piedi, immediatamente prima delle 3.16, che alle 3.20 fosse già sul rettilineo ove avrebbe perso la vita, in quanto avvistata da testimoni, e che su quel rettilineo si fosse mantenuta sino alle successive 3.24 quando, per motivi ignoti, si trovava, probabilmente già supina, ma viva al centro della carreggiata in corrispondenza del passaggio dell’autoarticolato in sequestro».

Questa la verità secondo il sostituto procuratore Alessandra Falcone sulla morte di Sara Scimmi, 19 anni, trovata cadavere in via Ciurini, la notte del 9 settembre 2017. Si legge nella richiesta di archiviazione inviata al giudice per le indagini preliminari in merito al fascicolo, aperto contro ignoti, per omicidio volontario. In dieci pagine fitte la procura ha ripercorso la vicenda, annotando una dopo l’altra testimonianze e riscontri. Una ventina le persone, soprattutto giovani, ascoltate in questi mesi per fare luce su un giallo sul quale la famiglia continua ad avere dubbi. Dubbi che in primis la sorella della vittima, Giulia, ha a più riprese sollevato con memorie su testimoni, ricostruzioni, filmati registrati dalla pompa di benzina in via Ciurini. E per ogni memoria, la procura ha messo nero su bianco tutto quel che è stato fatto: risposte a ogni richiesta. Come i tre incarichi ad altrettanti consulenti per «verificare le tracce biologiche sul mezzo in sequestro e il verosimile punto di impatto», per «accertare la dinamica del sinistro», per «verificare il contenuto del telefono» di Sara. Era il 22 settembre. E il 7 novembre, «perveniva l’esito della consulenza medico legale» in cui emergeva che «la vittima, al momento dell’investimento, era viva e recava nel sangue un tasso alcolemico pari a 1.74g/l – si legge nella richiesta – ‘concentrazione in grado di determinare importanti alterazioni dello stato psico-fisico in termini di reattività, risposta agli stimoli e coordinazione sensomotoria’». Tant’è che «l’esito delle relazioni dei consulenti consentono di ritenere – spiega la procura – che al momento dell’investimento la ragazza era probabilmente stesa al centro della carreggiata, viva e in uno stato di marcata ebbrezza alcolica» e che «l’articolato aveva sormontato la parte alta del corpo, uccidendola, senza che fosse stata attinta, prima o dopo, da altri mezzi». Ulteriori accertamenti sono stati svolti dopo nuove memorie di Giulia Scimmi. Anche quelli sulla «presenza e l’identità dei proprietari dei profili biologici eventualmente presenti sul materiale subungueale prelevato alla Scimmi» o alla «posizione» di alcune persone. Per la procura sono stati fatti «tutti gli accertamenti possibili e necessari», si legge a pagina 6, ma «tutti con esito negativo». La teoria alternativa portata avanti dalla famiglia, conclude il pm, «non ha trovato alcun tipo di riscontro».

r. e.