L’ospedale non vide il polso rotto, ora la procura apre un’inchiesta

Dopo un esposto, la magistratura interviene sul caso di malasanità

La procura della Repubblica di Firenze ha aperto un fascicolo per lesioni che al momento è a carico di ignoti

La procura della Repubblica di Firenze ha aperto un fascicolo per lesioni che al momento è a carico di ignoti

Empoli, 6 giugno 2018 - Indagine su un caso di malasanità all’ospedale San Giuseppe. La procura della Repubblica di Firenze ha infatti aperto un’inchiesta sulle mancate cure a una donna caduta in casa e alla quale i sanitari non rilevarono una frattura di cui la poveretta si lamentava disperatamente. Il figlio, assistito dagli avvocati Stefania Scarpati e Rosanna Di Tolla, aveva presentato un esposto in procura, circostanziando con estrema precisione l’odissea della madre, l’ottantenne A.O. di Capraia e Limite, che ai medici aveva ripetuto più e più volte di avvertire dolore al polso sinistro, fin dalla prima visita in pronto soccorso. E invece le venne curato solo il polso destro. «Come è possibile – si continua a chiedere l’uomo – che si siano convinti soltanto dopo venti giorni e un’altra visita di controllo a farle una radiografia, scoprendo una frattura?». Domanda a cui vuole dire risposte adesso la procura, che ha aperto un fascicolo per lesioni per ora a carico di ignoti, pur essendo chiaro il percorso clinico – con tanto di nomi e cognomi contenuti nell’esposto – che la donna ebbe all’interno del San Giuseppe.

LA STORIA risale al 10 gennaio scorso quando la donna stava sistemando delle cose nella sua abitazione assieme al marito: l’uomo a un certo punto perse l’equilibrio e cadde dalle scale, travolgendola. Entrambi vennero trasportati al San Giuseppe. «A mia madre – spiega il figlio – vennero riscontrate varie conseguenze, tra cui trauma cranico, al collo e la frattura del polso destro». La donna venne sottoposta alle cure, ma non al polso sinistro, prosegue il figlio nel racconto, «nonostante continuasse a lamentarsi. Secondo i medici, il dolore era dovuto al trauma subito. Non sono un dottore, ma almeno qualche giorno dopo potevano fare un controllo, invece...».

COSÌ, dal pronto soccorso, la paziente viene trasferita nel reparto di osservazione breve dove resta alcuni giorni e dove i suoi segnali di sofferenza per il dolore al polso sinistro rimangono senza risposta. Una mancanza di cui non vi è traccia nemmeno nei referti dell’ospedale. La frattura scomposta al polso sinistro verrà scoperta solo venti giorni più tardi, il 30 gennaio, in occasione della seconda visita di controllo al polso ingessato la sera della caduta. «Le facemmo entrambe a Castelfiorentino: alla prima nessuno dispose ulteriori accertamenti, alla seconda, visto il lamentarsi di mia madre, il medico decise finalmente di fare una radiografia». Che finalmente rivelò la seconda frattura, poi ingessata al San Giuseppe.

«VOGLIAMO capire come possa essere accaduto – dice ancora l’uomo –. Alla fine è andata bene, qualcuno, dopo giorni, ci ha creduto e ha deciso di approfondire, mettendo fine a venti giorni terribili per mia mamma: cercava di muovere l’articolazione, rassicurata che non c’era niente di rotto, nonostante il gonfiore alla mano. Speriamo che ciò non abbia aggravato la situazione».

r. e.