Il Pd resiste soprattutto grazie alle frazioni Ma la destra è penetrata in tutte le roccaforti

A Monterappoli, dove nel 2018 il successo dei partiti di estrema sinistra fu un caso nazionale, Fratelli d’Italia ha superato il 20%. Il partito della Meloni, al seggio in zona ospedale, è a due punti dai Dem. Sezione per sezione, ecco l’analisi del voto in città

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di Tommaso Carmignani

Nel 2018 diventò un caso nazionale. Nel seggio di Monterappoli, i partiti a sinistra del Pd (Liberi e Uguali e Potere al Popolo) misero insieme più del 15%, trasformando la piccola frazione empolese nel borgo più rosso d’Italia. Sono bastati cinque anni e l’arrivo del ciclone Meloni per ribaltare completamente la situazione: oggi Fratelli d’Italia a Monterappoli raccoglie oltre il 20% ed è il secondo partito alle spalle del Pd. Giusto per dare una misura, se nel 2018 l’avevano votato in dieci domenica scorsa sono stati in 114. Ed è solo una piccola fotografia di ciò che è accaduto all’interno del comune di Empoli, dove mai come stavolta quella dei Dem è da considerare una vittoria di Pirro. Il Partito Democratico, che qui governa indisturbato da anni e che alle amministrative del 2019 aveva visto riconfermare il sindaco Barnini con percentuali bulgare, oggi si guarda intorno e scopre che anche le sue storiche roccaforti iniziano a mostrare qualche crepa.

Le frazioni sono terra di circoli, passione politica e aggregazione, luoghi simbolo della sinistra sul territorio, ma alle elezioni di domenica scorsa hanno visto una rimonta della destra trainata da Fratelli d’Italia con numeri che da queste parti non si erano mai registrati. E se da un lato è vero che i seggi dove il partito di Giorgia Meloni – rappresentato in consiglio comunale da ben quattro esponenti – ha fatto meglio restano il centro (21,8 per cento al Senato) e l’ospedale (dove si è arrivati addirittura sopra al 30%, sempre al Senato), stupiscono i dati fatti registrare a Pagnana (21,6) o a Pontorme, dove un ruolo determinante potrebbe averlo giocato la questione relativa al ponte sull’Orme. Nel borgo di Jacopo Carrucci, altro feudo storico del Partito Democratico, la destra ha raccolto il 21,4% dei consensi al Senato. Fratelli d’Italia, poi, è andato molto bene anche a Marcignana, dove ha addirittura superato quota 22%. E non è un caso che il capogruppo in consiglio ed ex candidato sindaco Andrea Poggianti abbia parlato di partita aperta per il comune in vista del 2024.

Ma dicevamo del Pd. Il tonfo più importante si registra a Cortenuova, unica frazione a scendere addirittura al 28,1%. I Dem si confermano poi intorno al 30 nei seggi del centro, dove invece si nota la migliore performance del partito di Renzi e Calenda. Qui Azione-Italia Viva ha superato per la prima e unica volta il 10%, mentre in tutti gli altri seggi ha ottenuto percentuali che andavano dal 7 al 9%. Tornando ai Dem, le frazioni dove si è votato di più per il partito di Letta rimangono Pozzale (37,5 al Senato), Avane (37,2) e Ponzano. Non è andata male nemmeno a Ponte a Elsa, dove la svolta nel caso Ecomostro potrebbe aver dato una mano. In questo caso il Pd ha raggiunto il 35%, mentre Fratelli d’Italia ha superato di poco il 18. Il caso Keu, invece, potrebbe avere avuto delle ripercussioni a Fontanella, dove i Dem sono arrivati a malapena al 30% e dove invece si sono registrate le migliori performance dei partiti di estrema sinistra, vale a dire Partito Comunista (3,22% al Senato) e Unione Popolare, che candidava all’uninominale alla Camera la rappresentante dell’assemblea No Keu Samuela Marconcini (3,28%).