Il caso Montaione: da virus-free a trincea

Nella prima ondata la cittadina valdelsana si era ben difesa dalla pandemia. Oggi, fra Rsa e scuole, è entrata nell’occhio del ciclone

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di Irene Puccioni

Ad agosto era ancora un comune Covid-free. Nessun caso di contagio tra i suoi abitanti né nella grande comunità della rsa Villa Serena: 131 ospiti e un centinaio di operatori in servizio. Dalla prima fase della pandemia il comune di Montaione era uscito ‘immune’. La seconda ondata l’ha travolto. Il nemico invisibile è riuscito a entrare nel ‘fortino’ della casa di riposo e in pochi giorni ha messo in ginocchio la struttura. Al momento ci sono 52 ospiti positivi, ma il dato è in evoluzione, e 26 operatori infetti. Poi c’è il mondo fuori dalla rsa, una piccola comunità di 3.600 persone dove tutti si conoscono e ogni notizia corre veloce. Anche quella che il virus non ha risparmiato i cittadini più piccoli si è diffusa rapidamente.

Prima è toccato al nido Il Cerbiatto fare i conti con il Covid, poi alla scuola primaria. Due alunne sono risultate positive (stanno bene) ed è scattata la quarantena per le rispettive classi. Nel caso del nido il sindaco, Paolo Pomponi, ha firmato un’ordinanza di chiusura. I locali sono stati sanificati, ma fintanto non sarà accertata la negatività di una buona parte delle educatrici il servizio non potrà ripartire. In quel contesto i bambini piccoli non sono tenuti a indossare la mascherina e le misure di sicurezza sono necessariamente meno stringenti.

Sostituire il personale positivo non è facile: i bambini si troverebbero davanti volti nuovi e, in pratica, toccherebbe fare di nuovo l’inserimento. L’obiettivo è riaprire a breve per non privare le famiglie di un servizio così utile e importante, ma prima di tutto bisogna pensare alla sicurezza.

Telefono sempre accesso, reperibile 24 ore su 24, il sindaco Pomponi non nasconde tutta la sua preoccupazione. E’ prima di tutto un montaionese e soffre nel vedere la propria comunità stretta nella morsa di "un qualcosa più grande di noi". Lavora tutto il giorno insieme ai suoi collaboratori e alla macchina amministrativa per risolvere problemi e imprevisti, che non mancano, ma la sera, quando spenge la luce del suo ufficio e si avvia verso casa i pensieri lo assalgono.

"Provo tanta amarezza – confessa –. Sono stanco, dormo poco. Alla fine di una giornata in cui hai fatto la conta delle nuove positività, cercato di provvedere alla mancanza di personale nella rsa o risposto alle famiglie preoccupate per la sicurezza nella scuola, lo sconforto ti prende. Ti senti inerme. Poi, però, pensi che bisogna reagire, bisogna sostenere chi combatte in prima linea. Pensi che devi dare l’esempio, trasmettere fiducia. Ti auguri di essere all’altezza, almeno di raggiungere la sufficienza. Pensi che lo devi ai tuoi cittadini, ai positivi, in particolare agli anziani di Villa Serena, alcuni stanno male, agli operatori della casa di riposo per l’ecomiabile lavoro che stanno facendo".

"Pensi – conclude il sindaco Pomponi con un sospiro – che lo devi a chi da giorni senti tante volte nelle ventiquattr’ore, i miei dipendenti comunali, la mia giunta, la direttrice di Villa Serena".