I punti rimasti oscuri e la ricerca di prove

Sulla vicenda della morte di Sara Scimmi era stato già aperto aperto un fascicolo per omicidio volontario per fare luce sulla possibilità ulteriore che qualcuno avesse potuto portare la giovane sul luogo dell’investimento, magari dopo averla aggredita, allo scopo di ucciderla. Ma questo filone finì con l’archiviazione.

Gli accertamenti che portarono alla richiesta di archiviazione

riguardarono l’esame dei filmati girati dalle telecamere di una stazione di servizio nelle vicinanze dell’incidente, le testimonianze di giovani che si trovavano dentro e fuori la discoteca dalla quale la 19enne si era allontanata poco prima di essere investita,

e i risultati dell’autopsia. Pur restando punti oscuri sui quali la famiglia ha continuato a battersi. Restò non chiarito il destino di un orologio e di un anello, indossati dalla 19enne nelle foto

scattatele in discoteca ma mai trovati sul luogo dell’incidente né nelle vicinanze. Con i suoi legali la famiglia ha insistito negli approfondimenti per cercare nuovi elementi da supportare una riapertura

delle indagini.

C. B.