Tre uomini unici, tre preti non convenzionali che scelsero di stare dalla parte degli ultimi: gli operai che non avevano voce. Don Bruno Borghi di Firenze, don Sirio Politi di Viareggio e il fiorentino, empolese d’adozione, don Renzo Fanfani. Tre sacerdoti che hanno speso la loro vita terrena tra solidarietà e senso di comunità, portando una nuova impronta nel mondo cattolico della Toscana e non solo. A loro è dedicato il docufilm "Preti operai. Borghi, Politi, Fanfani e l’esperienza toscana", nato da un progetto di Paola Sani e don Andrea Bigalli per la regia di Massimo Tarducci con il patrocinio della Regione. Il docufilm sarà proiettato mercoledì 21 alle 21 al cinema Excelsior di Empoli. La presenza in sala è prevista solo su prenotazione al numero 339.3004746 (sms e whatsapp): circa 200 posti disponibili.
Sessantacinque minuti di testimonianze dirette e indirette che raccontano la scelta e l’impegno di questi parroci di stare "da una certa parte". Il lavoro è stato costruito intorno a interviste di alcuni testimoni importanti nella loro vita come Giovanni Maria Borghi, figlio di Bruno Borghi; l’ex prete operaio Luigi Sonnelfeld; Maria Grazia Galimberti; l’ex procuratore generale di Firenze Beniamino Deidda e la storica Anna Scattigno. Per quanto riguarda don Renzo è lui stesso la voce narrante nel docufilm per la parte che riguarda la sua biografia. Renzo Fanfani divenne prima operaio nelle vetrerie empolesi e successivamente fabbro, mestiere che portò anche all’interno della casa circondariale femminile di Empoli, nelle vesti di cappellano del carcere. In quegli anni nacque anche un corso di incisione su vetro, diventato poi passione di alcune detenute.
Borghi invece lavorò per la Pignone e la Gover di Firenze; mentre Politi nei cantieri navali Picchiotti di Viareggio. Alla presentazione del progetto erano presenti l’autrice Paola Sani, che ha spiegato "l’importanza della scelta di questi preti operai che hanno preferito stare al confine, tra gli ultimi. Queste persone hanno aperto nuove strade e portato avanti dei valori, fornendo, con l’esempio, insegnamenti. Don Renzo è stato una figura determinante che ha lasciato azioni e interventi precisi per la sua Avane".
Il sindaco Brenda Barnini ha sottolineato come sia "importante che questa iniziativa sia divulgata alle nuove generazioni perché diventi strumento di conoscenza. La gratitudine verso Renzo sarà sempre inesauribile e va saputa trasmettere. Ora più che in altri momenti ci si rende conto di quanto da una parte mancano alcuni punti di riferimento e dall’altra quanto ci sia bisogno di riscoprire quegli elementi che tengono insieme la nostra comunità". Anche Vittorio Bugli, ex sindaco di Empoli, ha vivo il ricordo di don Renzo. "Era un punto di riferimento per la città. Uno che parlava dritto, deciso, ma che riusciva a non perdere la stima e l’autorevolezza da parte di alcuno, anche da chi non la pensava come lui". Anche Sonia Nazzi, presidente del comitato di Avane, ha ricordato "quando si è avvicinata a don Renzo per il carisma e per come sapeva stare con e tra le persone".
Irene Puccioni