Ventidue anni in carcere da innocente, chiede 66 milioni allo Stato (e ai carabinieri)

L'avvocato di Giuseppe Gulotta: "È la prima volta in duecento anni di storia che l’Arma dei carabinieri viene citata per responsabilità penale"

Giuseppe Gulotta

Giuseppe Gulotta

Empoli, 25 gennaio 2019 - Oltre 66 milioni di euro per aver scontato 22 anni di carcere da innocente. È il risarcimento chiesto da Giuseppe Gulotta, vittima di uno degli errori giudiziari più gravi della storia della Repubblica. Nell’atto, che verrà depositato al tribunale di Firenze dagli avvocati Baldassare Lauria e Pardo Cellini che hanno assistito Gulotta sin dal processo di revisione, viene citata l’Arma dei carabinieri per responsabilità penale, oltre ai rispettivi ministeri di rappresentanza (Difesa e Interno), al dicastero dell’Economia e alla presidenza del Consiglio.

Gulotta venne arrestato nel gennaio del 1976 per l’omicidio di due carabinieri della stazione di Alcamo Marina, Salvatore Falcetta e Carmine Apuzzo. Allora diciottenne, venne condannato all’ergastolo, ma dopo nove processi e 22 anni di carcere ingiusto, fu assolto nel marzo 2012 dalla corte d’Appello di Reggio Calabria che stabilì come la confessione venne estorta con sevizie e torture da parte dei militari dell’Arma.

Giuseppe Gulotta (Germogli)
Giuseppe Gulotta (Germogli)

"È la prima volta in duecento anni di storia che l’Arma dei carabinieri viene citata per responsabilità penale – dice l’avvocato Lauria –. Ci sono due aspetti che sono contenuti nell’atto: il primo riguarda la responsabilità dello Stato come tale per non aver codificato negli anni il reato di tortura. Il secondo profilo è quello che attiene agli atti di tortura posti in essere in una sede istituzionale (la caserma dei carabinieri, ndr) da personale appartenente all’Arma che ha generato un gravissimo errore giudiziario".

Il legale ricorda anche che "è stata la stessa Cassazione a dire di rivolgerci all’Arma per il risarcimento del danno subìto per le torture, perché il giudice è stato indotto nell’errore dalla falsa confessione estorta".

Gulotta ha ottenuto un primo risarcimento di 6,5 milioni di euro per ingiusta detenzione, la cifra più alta che lo Stato italiano abbia mai sborsato per riparare a un errore giudiziario. Nella nuova richiesta, pari a 66.247.839,20 euro, vengono conteggiati tutti i danni non patrimoniali (morale ed esistenziale).