"Giro e racconto il mondo per dare a tutti le ali per volare"

Il nomade empolese Antonio Di Guida esplora in bici l’America Latina

L’empolese Antonio Di Guida, 27 anni, in due momenti del ‘cammino’ nell’America Latina

L’empolese Antonio Di Guida, 27 anni, in due momenti del ‘cammino’ nell’America Latina

Empoli, 17 dicembre 2018 - Un volo di sola andata, uno zaino sulle spalle e la voglia di continuare a scoprire i popoli del mondo. Antonio Di Guida, il 27enne ‘nomade’ empolese, è di nuovo in viaggio. Dopo Africa, Australia e Asia, adesso sta pedalando in Sud America in sella a una bicicletta speditagli dal giovane artigiano di Gambassi Terme, Eugenio Simoncini.

Il sodalizio tra i due è nato quasi per caso. «Quando ho deciso di viaggiare con una bici – spiega Di Guida – volevo connettere questa nuova esperienza con il territorio dove sono nato. Ho speso settimane per realizzare un progetto e inviarlo a grandi aziende italiane per trovare una collaborazione. Ho spiegato che viaggio senza soldi e che la paura più grande è patire la fame, come è stata già in passato. Sarebbero stati due spiccioli per loro, in cambio di un pasto e un grande cammino realizzato insieme. L’unico che mi ha risposto, appoggiando in pieno la mia idea, è stato Simoncini che mi ha donato un suo telaio». Atterrato un anno fa negli Stati Uniti con l’intenzione di viverci qualche mese, Di Guida si è trovato a rotolare verso Sud.

Ora è al confine tra Colombia ed Ecuador. «Non so dove sono diretto – racconta – seguo quello che il viaggio mi pone davanti. Gli incontri sul mio cammino mi portano verso altri luoghi, le esperienze vissute mi arricchiscono e fanno crescere il desiderio di conoscere. L’unica cosa che seguo è un punto cardinale: sud». Partito dalla California, l’empolese si è prima spostato con un van insieme a due ragazzi di Napoli. Poi le loro strade si sono divise e ha iniziato a utilizzare qualsiasi mezzo pubblico. Il centro America, invece, lo ha attraversato in autostop su camionette condivise, che con pochi dollari riescono a portare i passeggeri molto lontano.

«C’è stata poi una barca che in cambio di un servizio fotografico mi ha portato da Panama alla Colombia attraversando l’intero arcipelago delle isole San Blas – dice il Robinson Crusoe moderno - Ma il mezzo che più mi mancava era la bicicletta». Ogni tappa una scoperta. «La prima forte esperienza è stata attraversare il confine a Tijuana dove c’è un doppio muro realizzato per separare due terre che per migliaia di anni sono state unite. Una barriera che ancora oggi piange molte vittime con croci piccole e grandi. Ho poi vissuto l’atroce situazione della gente intorno al lago Atitlan, in Guatemala, completamente inquinato da tutti i prodotti chimici prodotti da un’azienda e utilizzati poi dai contadini nei campi adiacenti e scaricati nelle acque dai canali».

Di Guida è stato anche spettatore dell’eruzione del vulcano del fuego: «Il giorno dopo mi precipitai ai piedi del vulcano per vedere con i miei occhi la situazione e dare in qualsiasi modo una mano. Ho vissuto per più di un mese con gli sfollati che avevano perso case, terreni e bestiame». C’è stato poi il colpo di stato in Nicaragua, la scoperta delle isole San Blas circondate da acqua cristallina ma ricoperte di rifiuti. In viaggio, l’empolese Di Guida si mantiene con il volontariato, con la vendita di servizi fotografici e dei suoi libri. «Raccontano le esperienze vissute finora – spiega - soprattutto danno un trampolino di lancio alle anime bloccate nelle loro quattro mura che vorrebbero spiccare il volo e scoprire il mondo. Tanti consigli, contatti, luoghi per lavorare e muovere i primi passi. Oltre ad essere dei bei regali – conclude - sono un enorme contributo al mio cammino: con la vendita di un libro riesco a mantenermi per due giorni».