"La leadership femminile? E’ una questione di squadra"

Il sindaco Brenda Barnini: manca ancora molto alla parità di genere

Il sindaco di Empoli Brenda Barnini

Il sindaco di Empoli Brenda Barnini

Empoli, 8 marzo 2018 - Noi la chiamiamo la Festa della donna, definizione che a volte, per sbaglio o intenzionalmente, sembra spostare l’accento sull’aspetto ‘ludico’ della ricorrenze. Nel resto del mondo, l’8 Marzo è la Giornata internazionale della donna, dove si ricorda un passato drammatico, si ribadiscono i diritti conquistati e si discute di quanto ancora manca alla parità effettiva con l’altra metà del cielo.

Brenda Barnini, sindaco di Empoli e vicesindaco della Città Metropolitana di Firenze nonchè mamma di un bimbo piccolo, come passerà questa giornata?

«Al lavoro. Dal punto di vista dell’agenda sarà uguale a tuttele altre, ma in fascia serale vorrei ritagliarmi qualche ora per vedere le amiche. Spero in un po’ di leggerezza nel finale».

Il caso Weinstein (produttore di Hollywood denunciato per le molestie a donne famose che lavoravano con lui) ha fatto discutere sulla condizione delle donne che, sebbene famose e ricche, non sembrano al riparo da minacce maschili. Cosa ne pensa?

«Quando sono le donne a non rendersi ancora compiutamente conto della nostra condizione oggettivamente subalterna, vuol dire che la strada da fare è lunga. I commenti che mi hanno più colpito sono stati quelli di tante donne che invece di far scattare un meccanismo di solidarietà di genere si sono fatte prendere da una competizione al ribasso, che poi è quella che consente agli uomini di continuare a pensare che valgono più di noi. Le situazioni di discriminazione sono all’ordine del giorno, è considerato normale nel pensiero collettivo che ci sia un genere più forte dell’altro, più capace dell’altro e che vale più dell’altro. Anche laddove ci sono delle donne che fanno bene, prima o poi arriva il commento ‘quella è brava, nonostante sia una donna’. E’ un pensiero così connaturato nella gente che estirparlo è difficile. E le prime a non farlo sono spesso le donne».

A livello di amministrazione, cosa le piace rimarcare dei progetti che sostenete?

«Quello con il centro Lilith che facciamo nelle scuole e dove si lavora con i ragazzi sulla differenza di genere. Sia chiaro, i bambini ci tengono a imparare cosa è un maschio e cosa è una femmina ela differenza di genere non va negata. Ma ogni giorno è il giorno buono per far capire che la differenza di genere non equivale alla superiorità da parte di uno sull’altro».

Lei è una donna alla guida di un Comune importante in una realtà complessa. Un compito arduo. Se avesse una figlia, quale consiglio le darebbe?

«Di essere se stessa e di non snaturarsi per piacere. Di essere donna e femmina e di accrescere la propria curiosità verso il mondo»

E per difendersi dal mondo?

«Utilizzare il più possibile quelle che sono le ‘armi’ dell’essere donna. L’ascolto, la comprensione. L’obiettivo è costruire squadre di persone, non essere l’unica. Questa è la grande differenza fra una leadership maschile e femminile. L’uomo vive la sua leadership come una esperienza individuale. La donna, per necessità e per virtù, costruisce gruppi e questo è lo strumento col quale si può difendere, nel caso ce ne sia bisogno».