di Carlo Baroni
FUCECCHIO
E’ in custodia cautelare in carcere a Lucca quello che per gli inquirenti era il regista dei fallimenti pilotati e nel suo studio ci sarebbe stato il centro nevralgico degli schemi fraudolenti. Si tratta di Fabrizio Masoni, 53 anni, residente a Pietrasanta, consulente aziendale e amministratore unico di centri di elaborazione dati a Fucecchio: è stato arrestato dalla guardia di finanza di Firenze in esecuzione di una misura cautelare con l’accusa di bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Era nel suo studio, secondo l’impianto accusatorio, che venivano messi a punto gli schemi fraudolenti su cui venivano imbastiti i fallimenti pilotati. Un sistema rimasto incagliato in un’indagine capillare e profonda che ha ascoltato decine e decine di conversazioni. Ai domiciliari sono invece finiti Luca Battaglini, 67 anni di Pontedera, Sandro Terreni, 49 anni, residente a Fucecchio, ritenuti due prestanome di professione, e poi Bruno Morabito, 72 anni ed Elena Buiese, 60 anni, imprenditori commerciali a Reggio Calabria. Tra gli indagati – 22 complessivamente nelle indagini – ci sono, tra gli altri, anche un 60enne di San Miniato, un 40enne originario di Empoli e residente a Camaiore, un 70enne di Santa Croce e altri soggetti residenti nel Pisano. Tutti a piede libero. Masoni, stando all’inchiesta, acquisite le società in crisi le avrebbe intestate a prestanome incaricati di svuotarle dei propri asset principali. In questo modo, sollevava i proprietari da guai giudiziari e dal pagamento delle imposte. Le indagini della guardia di finanza sono coordinate dalla pm Christine von Borries. A dare il via all’inchiesta, sono state alcune segnalazioni del nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza per alcune operazioni sospette. In quest’operazione i militari della finanza hanno eseguito perquisizioni nelle province di Firenze, Livorno, Milano, Reggio Calabria, Lucca, Pisa, Pordenone, Roma e Frosinone. Un’indagine complessa che ha permesso di acclarare – spiega una nota – "un collaudato e pluriennale sistema delinquenziale".
Dalle attività investigative è stato possibile far emergere, si apprende, un sistema ben oliato nel quale in alcuni casi, "le società restavano inattive e venivano svuotate appunto dei propri asset principali, in altri avrebbero continuato ad operare gestite dai vecchi proprietari" e in altri ancora sarebbero state utilizzate solo per emettere fatture e far circolare denaro tra le varie società di "famiglia". Eseguiti sequestri per quasi un milione. Anche 3 immobili a Reggio Calabria. Oggi Masoni comparirà davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia.