Duemila chilometri come regalo, da Canterbury a Roma in bicicletta

«Così festeggerò i miei 50 anni: pedalando lungo tutta la Francigena»

Roberto Fioravanti, agente di commercio di Castelfiorentino, si sta preparando a una grande impresa

Roberto Fioravanti, agente di commercio di Castelfiorentino, si sta preparando a una grande impresa

Castelfiorentino, 17 luglio 2018 - PER I SUOI 50 anni si è regalato un viaggio speciale: da Canterbury (Inghilterra) a Roma in bicicletta. Roberto Fioravanti, agente di commercio di Castelfiorentino, pedalerà in solitaria lungo la Via Francigena ripercorrendo, al contrario, il tracciato originale compiuto nel 990 da Sigerico di ritorno dalla Capitale dopo l’incontro con Papa Giovanni XV. Quasi duemila chilometri da affrontare, valichi alpini e continui saliscendi da superare per arrivare alla meta: Città del Vaticano, piazza San Pietro. La partenza da Canterbury è prevista per domenica 22 luglio.

Fioravanti, come si è preparato per quest’impresa?

«Mi sto allenando da mesi ormai: stacco dal lavoro, salgo in bici e macino chilometri. Ho fatto anche uscite notturne per abituarmi alla distanza. Sarà un viaggio impegnativo, ma ho pianificato tutto. Ho calcolato di impiegarci 23 giorni, di cui 21 di pedalata effettiva e un paio di riposo. Tenendo una media di 80-100 chilometri al giorno dovrei arrivare a Roma entro il 14 agosto, salvo imprevisti. La mia giornata tipo per tre settimana sarà più o meno questa: sveglia alle 5, in sella alle 6 e arrivo intorno alle 16/17. Sarà un viaggio in semi autonomia: per mangiare e dormire usufruirò di ostelli e punti ristoro presenti lungo la Francigena».

Che bagaglio si porterà dietro?

«Tutto è ovviamente ridotto al minimo. Partirò con due sacche, una sotto il sellino e l’altra al manubrio, e uno zaino sulle spalle con dentro soltanto lo stretto necessario per me e per la mia ‘compagna di viaggio’: tre divise da ciclista di cui una più pesante, della biancheria intima, il kit per l’igiene personale e l’attrezzatura per le riparazioni. Ovviamente non mancheranno mappe e Gps».

Nessun amuleto o portafortuna?

«Mi basterà il sostegno dei miei due figli e dei tanti amici. Partirò lo stesso giorno in cui tre anni fa è venuto a mancare mio padre. Questo non l’ho pianificato. E’ stato un segno del destino».

Cosa la spaventa di più di questo viaggio?

«Il maltempo, soprattutto nelle tappe in Nord Europa. Pedalare sotto l’acqua non è affatto facile né piacevole: ti stanchi di più e devi sempre rimanere ben concentrato per evitare le cadute. Per fortuna ho alle spalle un’altra esperienza impegnativa. Nel 2011 ho fatto il Cammino di Santiago: 800 chilometri sempre in mountain bike. Tornato a casa mi promisi che primo o poi avrei fatto anche tutta la Via Francigena, visto che durante le uscite del fine settimane con il mio gruppo, ‘Quelli della Rotonda’, ci avventuriamo spesso sui tratti che attraversano il nostro territorio. Finalmente, quel giorno è arrivato».

Cosa la spinge ad affrontare tutti questi chilometri da solo?

«Tante cose: l’amore per la bicicletta, la sfida personale, il piacere di stare tre settimane assorto nei miei pensieri. Saranno le mie vacanze con il vantaggio che quest’anno potrò allungare i miei giorni di ferie grazie alla disponibilità dei miei colleghi».

Altre imprese in cantiere per il futuro?

«C’è un bel progetto che vorrei realizzare con un amico: portare in tandem sulla Via Francigena chi non può pedalare da solo. Penso ai non vedenti, a chi ha problemi motori».