"Dobbiamo fermare la Multiutility" I motivi e le insidie in una mozione

La presentano i consiglieri di opposizione di Fabrica Comune e Movimento 5 Stelle alla prossima assemblea "Chi ha approvato la creazione della holding potrebbe dover rispondere dell’accusa di danno erariale"

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"Operazione Multiutility? Tutto da rivedere. Chiediamo ai sindaci di fare un passo indietro". E’ il senso della mozione presentata dal gruppo consiliare Buongiorno Empoli- Fabricacomune e dal Movimento Cinque Stelle, documento che sarà discusso nel consiglio comunale del 30 gennaio. Si chiede l’annullamento della delibera per la creazione di una holding di servizi della Toscana. Non ci stanno Leonardo Masi e Beatrice Cioni di Buongiorno Empoli, che insieme ad Anna Baldi e Fabrizio Macchi del M5S e a Francesco Polverini per ’Montelupo è Partecipazione’ denunciano le criticità legate alla nascita di una aggregazione di società che nelle province di Firenze, Prato e Pistoia gestirebbe i servizi idrico, dei rifiuti e del gas. Un percorso "virtuoso e ambizioso" per la maggioranza Pd, che presuppone l’approvazione in ciascuno dei consigli comunali dei territori interessati delle stesse delibere omnicomprensive. Ed è qui che sorgono le criticità ritenute dagli esponenti di minoranza "molto rilevanti sul piano giuridico-legale".

"È possibile che i consiglieri che hanno votato a favore della fusione - si legge nel documento - possano essere chiamati a rispondere di danno erariale: i metodi di valutazione del concambio delle quote, assunti senza aver richiesto una ’due diligence’, danno per scontati presupposti incerti, come ad esempio la proroga al 2031 dell’affidamento del servizio a Publiacqua". Ma non finisce qui.

"Il valore delle partecipazioni risultante dalle metodologie applicate avvantaggia in modo irragionevole il Comune di Firenze". Nella mozione viene richiesta anche la verifica sulla violazione di legge riguardo al trasferimento della proprietà della rete idrica bene demaniale “inalienabile“. "Ci è arrivata in tempi strettissimi una delibera con centinaia di pagine tecniche da verificare - dice Anna Baldi - Si tratta di una privatizzazione sotto mentite spoglie. L’acqua è un bene primario e deve rimanere pubblico".

"Non è un intento oppositivo il nostro - aggiunge Polverini - ma costruttivo. Vogliamo porre all’attenzione dei Consigli comunali il fatto che questo atto viola i principi del nostro ordinamento costituzionale". "Si tratta di scelte irreversibili - aggiungono Masi e Cioni - su temi che investiranno la città per sempre. Ci troveremmo esclusi da qualsiasi tipo di decisione su servizi essenziali, come comunità e come amministrazioni. I nostri territori, più piccoli, resterebbero marginali, unendosi a realtà più grandi che hanno invece un peso preponderante. I cittadini sono capaci di studiare, proporre e mobilitarsi come hanno fatto per il gassificatore. Auspichiamo l’intervento del Comitato Trasparenza". Se la mozione non dovesse passare, si aprirebbero altri tipi di ricorso, compresa l’ipotesi referendum.

Ylenia Cecchetti