Anatomia del delitto di via Fiume, anche la difesa di Alessi nomina un perito

Mercoledì 6 luglio le due autopsie

Omicidio in via Fiume, nella foto piccola Mirco Alessi fermato a Siena

Omicidio in via Fiume, nella foto piccola Mirco Alessi fermato a Siena

Empoli, 5 luglio 2016 - Sarà il medico legale Antonio Cafaro ad eseguire le autopsie sui cadaveri di Gilberto Manoel Da Silva, il transessuale brasiliano conosciuto con il nome di Kimberly, e della dominicana Mariela Josefina Santos Cruz, uccisi all’alba di mercoledì scorso nell’appartamento di via Fiume, zona stazione di Santa Maria Novella. Sono le due vittime della furia assassina di Mirco Alessi, il pellettiere di 42 anni, originario di Signa ma residente a Firenze, arrestato mercoledì scorso dai carabinieri dopo una fuga in auto terminata a Monticiano, in provincia di Siena. Ed è proprio da Siena, dove Alessi ha reso le prime dichiarazioni al pm Grosso, che si attendono gli atti con cui il gip del tribunale di Firenze convaliderà il fermo disposto dal pm Daniela Cento, titolare dell’indagine.

ALL’ACCERTAMENTO, che comincerà domani, parteciperà anche un consulente nominato dalla difesa dell’indagato e della sua famiglia: il medico legale bolognese Francesca Vergari. Alessi per il momento è sempre rinchiuso nel carcere di Siena. I suoi legali – gli avvocati Daniela Vallini e Massimiliano Manzo – stanno valutando quale sarà l’atteggiamento da adottare quando il 42enne dovrà comparire davanti al giudice. Perché se c’è poco margine di difesa sulla dinamica del duplice omicidio e sull’efferatezza delle coltellate inferte prima al trans, poi alla ragazza (una terza inquilina dell’appartamento si è salvata buttandosi dalla finestra), più possibilità di manovra, in chiave difensiva, potrebbe emergere dalle condizioni di stress in cui si è trovato il pellettiere. Alessi era in ansia per il fatto che il transessuale potesse rivelare la loro frequentazione alla famiglia e di conseguenza questo potesse avere ripercussioni sulla possibilità di vedere il proprio figlio, avuto dal matrimonio finito un paio di anni fa. Da capire anche il “ruolo” della cocaina, che il pellettiere ha ammesso di aver assunto immediatamente prima del delitto e anche durante la fuga con la sua Citroen.

stefano brogioni