Dai licei di Empoli al sogno di Itaca, "Non bisogna mai smettere di cercare"

L’avventuroso viaggio via mare del professor Capezzone, docente di filosofia

Paolo Capezzone, 65 anni

Paolo Capezzone, 65 anni

Empoli, 17 agosto 2018 - Sulla rotta degli antichi naviganti, quella che percorrevano Greci ed Etruschi per motivi commerciali, incontrandosi nel Golfo di Baratti. Paolo Capezzone, 65 anni, professore di filosofia e storia in pensione dopo aver insegnato per anni nei licei empolesi, ha appena portato a termine un viaggio incredibile: Livorno- Grecia Ionica, andata e ritorno, in barca a vela «nel tentativo – spiega lui – di far rimanere viva l’amicizia fra le due civiltà».

A suggellare il legame due bottiglie ‘speciali’. Una di vetro verde realizzata ad Empoli, che il prof con la passione del mare ha fatto affondare nella baia di Itaca per lasciare in terra greca un manufatto etrusco; l’altra di vetro bianco realizzata nel Peloponneso ed inabissata, al ritorno, nel golfo di Baratti, «a testimonianza degli scambi che in epoca passata i due popoli avevano fra loro».

«Era già da un po’ che pensavo a questo viaggio – racconta Capezzone –.Lo scorso anno sono andato in pensione e così ho potuto pianificarlo nei dettagli». A bordo della sua ‘Caturia’, una barca di fabbricazione inglese di 27 piedi, «piccola ma molto efficiente», è salpato dal porto di Livorno lo scorso 10 giugno in compagnia dell’amico Michele e della sua scorta di vini. «Michele – spiega il professore – fa l’agricoltore ed è un grande esperto di vini che ci hanno allietato durante tutto il viaggio».

Per un po' si è unito anche il ‘giovane’ Andrea, neolaureato, desideroso di fare un’esperienza particolare. «Siamo partiti dalla Fortezza Vecchia, esattamente da dove partirono il fiorentino Amerigo Vespucci per l’America e l’empolese Andrea Corsali, cui viene attribuita la scoperta dell’Australia». L’affiatato equipaggio ha navigato per due mesi e un giorno scoprendo le bellezze della costa italiana e le sue tante contraddizioni. «In Italia – spiega il prof – i posti barca dei porti, costruiti spesso con soldi pubblici, sono gestiti da privati che applicano tariffe alte e difficilmente emettono fattura».

In mare hanno incontrato delfini e tartarughe, ma anche orrendi cumuli di plastica galleggianti. «L’uomo è stato in grado di provocare danni incalcolabili», commenta con dispiacere il moderno Ulisse, che lontano da casa è riuscito a riabbracciare anche la sua ‘Penelope’: «A Corfù – ricorda – ci hanno raggiunto le nostre mogli con le quali abbiamo visitato l’isola e trascorso piacevolissimi momenti prima di rimetterci in viaggio». Come ogni navigazione che si rispetti anche quella dell’intrepido professore ha avuto i suoi momenti di difficoltà: «Abbiamo incontrato mare avverso nel golfo di Squillace, quello ‘che al marinaio non dà pace’ e vento forte nello stretto di Otranto, ma la piccola ‘Caturia’ ha risposto bene».

Per descrivere l’essenza di questa avventura il professor Capezzone prende a prestito il pensiero di due dei ‘suoi’ amati filosofi: «Parafrasando Epicuro, per me navigare è un piacere; mentre da Socrate ho imparato che ‘non bisogna mai smettere di cercare’. E questo è anche il messaggio che voglio lanciare a tutti coloro che sognano di navigare ma non hanno il coraggio di mollare gli ormeggi per una meta più lontana dell’orizzonte».