Covid e locali pubblici, "Ora sono le persone ad avere paura dei bar"

I gestori non sono preoccupati tanto per il contenuto del decreto, quanto dalla sempre minore voglia delle persone di frequentare certi luoghi

Caffè al bar (foto di repertorio)

Caffè al bar (foto di repertorio)

Empoli, 20 ottobre 2020 - Sulla carta, per loro, l’ultimo decreto non ha cambiato di molto la situazione. Che era difficile prima e resta difficile anche adesso, ma grazie alla possibilità di allargare lo spazio esterno e sistemare qualche tavolino in più, praticamente tutti i bar del centro storico hanno avuto la possibilità di resistere alle limitazioni imposte per contenere il contagio.

Un rimedio debole, ma comunque importante: per chi non serve ai tavoli, il divieto di somministrazione scatta alle 18, mentre tutti gli altri, salvo mantenimento del regolare distanziamento sociale, possono andare avanti anche dopo cena. Il problema, però, non sembra rappresentato tanto dai paletti imposti dal decreto, quanto dalla voglia delle persone di recarsi all’interno dei luoghi pubblici. Adesso che il numero di contagi sale a dismisura ogni giorno, la gente comincia ad aver paura ad uscire.

"E’ una cosa che purtroppo stiamo notando sempre di più. La mazzata vera – dice Cristina Santini della Caffetteria Cristal in piazza del Popolo – è arrivata la scorsa settimana, quando si è cominciato a parlare con più insistenza della pressione sugli ospedali che aumentava. Non è un momento facile, stringiamo i denti e andiamo avanti, ma queste decisioni non ci aiutano. Per fortuna abbiamo i tavolini all’esterno che ci consentono di tenere botta". Questa possibilità, offerta ai commercianti durante l’estate, sta proseguendo anche dopo l’arrivo della brutta stagione.

«Notiamo anche noi che le persone preferiscono stare fuori – dice Leonardo Lecci del Caffè Centrale – ed è normale se pensiamo a tutte le notizie che riceviamo ogni giorno. Però abbiamo notato una certa voglia di uscire, soprattutto nel fine settimana: le persone sono molto più disciplinate rispetto a qualche mese fa e stanno molto attente a mantenere le distanze. I decreti ci limitano, ma riusciamo comunque a lavorare".

Putroppo molti esercenti sono stati costretti a limitare il numero di tavolini e di conseguenza anche di clienti. I decretinon sono certo d’aiuto nei confronti dei baristi, ma la tendenza comune è quella di stringere i denti e andare avanti.

"Avevamo otto tavolini all’esterno – dice Ye Zixiao dell’Angolo Divino – mentre adesso abbiamo dovuto ridurli a quattro. Questo ci impedisce di ospitare i clienti che avremmo avuto di solito, ma ormai è un bel po’ di tempo che è cosi e quindi tentiamo di resistere. Quello che abbiamo notato, negli ultimi giorni, è un calo dovuto alla paura dei nuovi contagi. Purtroppo ci sono meno persone in giro". Un trend che si nota soprattutto nelle zone un po’ più marginali del centro. "Teniamo botta, non possiamo fare altrimenti – dice Piero Gangemi di Zest Cafè – ma è innegabile come negli ultimi giorni ci sia stato un calo. Io chiudo alle 19,30 e ho i tavoli, quindi il decreto non mi ha condizionato molto, ma la situazione, per le attività come questa, non è semplice".