"Così proteggiamo il Castellani". Massima sicurezza sulle tribune

Lubrani, direttore del 118 Empoli: "Una copertura di soccorso non comune"

Alessio Lubrani

Alessio Lubrani

Empoli, 18 agosto 2018 - Garantire i percorsi di soccorso offerti nel quotidiano, sul territorio. In particolare, in merito a malattie ‘tempo dipendenti’, vedi ictus, arresto cardiaco, infarto. E’ uno degli obiettivi perseguiti da chi al ‘Castellani’ si occupa di sanità, ovvero il personale del 118, tra medici e infermieri, e volontari delle associazioni locali. Gli stessi che lavorano ogni giorno sul territorio. Lo spiega Alessio Lubrani, direttore del 118 Empoli, da anni impegnato a progettare e gestire il soccorso tra spalti e terreno di gioco. Fa il punto in vista della prima dell'Empoli Fc nella massima serie: domani gli azzurri saranno impegnati alle 20.30 contro il Cagliari.

Dottor Lubrani, come cambia il sistema 118 allo stadio in serie A?

“Maggiore è l’afflusso allo stadio, maggiore è il numero di professionisti e volontari impiegati in questo sistema nato ormai tre anni fa anche grazie alla spinta dei volontari di Anpas e Misericordia. Una collaborazione, quella con il 118, segno di un sistema maturo”.

Qual è la formazione massima?

“Si può arrivare a sette professionisti tra medici e infermieri, cinquanta volontari, con cinque ambulatori anche a dimissione diretta con possibilità di ecografie, suture ed elettrocardiogramma, sei ambulanze, due automediche e un posto medico avanzato. Per le gare di cartello è prevista l’implementazione della copertura sanitaria alla città, oltre a una nota al pronto soccorso che presuppone azioni in caso di iperafflusso. In più, al ‘Castellani’ vi è una centrale satellite in collegamento con la centrale operativa Empoli Pistoia”.

Si tratta di una realtà complessa, no?

“La particolarità del ‘Castellani’ sta nel fatto di essere diviso a blocchi l’uno a sé stante. Così ogni settore aperto deve poter contare su un’autonomia di gestione. C’è poi un responsabile sanitario in campo, specialista in anestesia e rianimazione del 118 o dell’ospedale. Una figura non comune a molti stadi”.

Quanto costa tutto questo al cittadino?

“Assolutamente niente. Il servizio è a carico dell’Empoli Fc: la società, in virtù di una convenzione attivata per la prima volta nel 2015, paga l’azienda sanitaria che, a sua volta, reinveste i fondi nel servizio 118”.

Ma lo stadio è luogo di infortuni?

“Il dato medio parla di 3-4 interventi a partita con punte di oltre dieci. Interventi che avvengano senza che nessuno se ne accorga”.

Più pericolosi gli spalti o il terreno di gioco?

“In genere, i giocatori hanno traumi sportivi. La possibilità di malore o infortunio è più alta tra gli spettatori, ovvero tante persone, le più in stato di agitazione emotiva”.

Le partite dell’Empoli, in passato, sono state anche aula per soccorritori in arrivo da fuori: progetti in cantiere?

“Abbiamo aperto l’assistenza sanitaria a tutti i professionisti del 118 anche di Firenze, Prato e Pistoia. Abbiamo formato cinquanta infermieri che, fin dalla Coppa Italia, hanno collaborato con il personale di Empoli. E’ la novità 2018”.

Finalità di questo ampliamento?

“Lo stadio è una scuola di maxi-emergenze incentrata sulla metodologia Sismax e la partita per medici, infermieri e soccorritori è momento di formazione on the job. Dall’uso dei ponti radio alle procedure. Ci permette di tenere alta l’attenzione sull’emergenza”.