Coronavirus. Due appartamenti di proprietà del Comune destinati ad accogliere i sanitari

A Montelupo alloggi messi a disposizione di chi è in prima linea per curare le persone che hanno contratto il coronavirus

Paolo Masetti

Paolo Masetti

Montelupo Fiorentino, 3 aprile 2020 - Medici e infermieri sono coloro che più di ogni altra categoria si stanno spendendo in questo periodo, molti di loro fanno turni estenuanti per curare le persone che hanno contratto il Coronavirus e spesso hanno timore o proprio non possono tornare a casa perché rischiano di infettare i loro familiari. Il comune di Montelupo dispone di due appartamenti in piazza dell'Unione Europea che sono stati sistemati e arredati per accogliere le persone che erano state evacuate a causa del crollo del muro di via Marconi. Ha deciso di destinarli ad accogliere il personale ospedaliero. La proposta è stata approvata dalla giunta che ha anche definito le priorità per l'assegnazione: · personale ospedaliero residente a Montelupo Fiorentino disposto a coabitare con un'altra persona; · personale ospedaliero residente a Montelupo Fiorentino; · personale ospedaliero non residente a Montelupo Fiorentino disposto a coabitare con un'altra persona; · personale ospedaliero non residente a Montelupo Fiorentino; · personale non ospedaliero ma che opera negli ambiti di prima necessità residente a Montelupo Fiorentino; · personale non ospedaliero ma che opera negli ambiti di prima necessità non residente a Montelupo Fiorentino. L'avviso e il modello per presentare la domanda sono in pubblicazione sul sito internet del Comune. «In questi giorni ho ricevuto richieste di aiuto da parte di sanitari per trovare una casa in affitto - spiega il sindaco, Paolo Masetti -. Chi ha familiari anziani o con particolari patologie preferisce ridurre al minimo i contatti. Da qui l'idea di destinare al personale ospedaliero gli appartamenti che abbiamo in piazza dell'Unione Europea e che avevamo sistemato per accogliere le famiglie evacuate di via Marconi. Possono accogliere due persone ad appartamento, se si è disposti a coabitare. Si tratta di un piccolo gesto, ma che spero sia un segnale di solidarietà nei confronti di chi fa tanto per ciascuno di noi e che comunque riesca a semplificare la vita a qualcuno dei nostri sanitari».