La direttrice dell'ospedale San Giuseppe: "Siamo pronti, ma questo virus corre"

"I letti ci sono e possono aumentare"

Silvia Guarducci è la direttrice dell’ospedale San Giuseppe

Silvia Guarducci è la direttrice dell’ospedale San Giuseppe

Empoli, 17 settembre 2020 - Sempre in prima linea, impegnata a organizzare e all’occorrenza rivoluzionare un ospedale che, in caso di emergenza, è stato in grado di ‘cambiare pelle’. La giovane direttrice sanitaria del San Giuseppe di Empoli, Silvia Guarducci, anche stavolta non si è fatta trovare impreparata e insieme alla dirigenza dell’Asl Toscana Centro, sta predisponendo il presidio di viale Boccaccio per contenere la nuova ondata di ricoveri di pazienti Covid.  

Direttrice, quanti posti Covid sono stati già attivati e quanti prevedete di metterne in funzione? "Abbiamo già 24 posti letto Covid ordinari completi, più 12 posti nella cosiddetta area ‘bolla’ che ha la capacità di ampliarsi fino a 18 posti. Si tratta del reparto in cui sistemiamo i pazienti in attesa dell’esito del tampone. In queste ore, però, stiamo valutando la possibilità di aprire un altro reparto con 24 posti. I ricoveri si stanno susseguendo velocemente: il primo reparto aperto sabato scorso con 2 primi pazienti è passato a 7 lunedì e in meno di una settimana è stato riempito. La scorsa primavera, nella fase acuta, abbiamo attivato 72 posti letto Covid, poi ci siamo fermati perché per fortuna si è fermata la richiesta, ma nel caso ce ne fosse bisogno ci sarebbe la possibilità di aumentare ancora la capienza".  

Le caratteristiche dei pazienti di questa seconda ondata sono diverse rispetto a quelle dei malati della prima? "L’andamento della malattia nei pazienti ricoverati presenta le stesse caratteristiche. Il virus non si è indebolito, semmai negli asintomatici o nei soggetti con sintomi lievi la carica virale è più bassa perché tutti usiamo le mascherine. Per quanto riguarda le terapie abbiamo sicuramente le idee più chiare: interveniamo subito e meglio. Al San Giuseppe stiamo anche sperimentando la trasfusione del plasma iperimmune che sta dando buoni riscontri in pazienti Covid critici con problematiche polmonari. Purtroppo non c’è tanta disponibilità e a questo proposito cerchiamo di sensibilizzare i pazienti Covid che hanno superato la malattia a donare per aiutare la sperimentazione". Con la riapertura dei setting Covid come verranno riorganizzati gli altri reparti? "Abbiamo ridotto l’attività della chirurgia limitandola all’oncologia e agli interventi d’urgenza. E’ ancora tutta aperta l’attività delle visite ambulatoriali, piccoli ridimensionamenti hanno interessato le medicina interne e le specialistiche interne. Ovviamente, se dovessimo riaprire anche la terapia intensiva Covid dovremo prevedere altre riduzioni".  

E’ previsto un incremento di personale per far fronte alla nuova emergenza? "L’azienda ha già provveduto a rinforzare l’organico con l’assunzione di personale nella fase uno, ma anche in questa seconda fase sono previste nuove immissioni".  

Si aspettava un ritorno di contagi così alto e un aumento così repentino? "Eravamo pronti alla seconda ondata, ma in effetti questo virus corre veloce. Al San Giuseppe non abbiamo mai abbassato la guardia ed è importante che non lo facciamo neppure fuori. Senza allarmismi o particolari ansie cerchiamo di rispettare le tre regole che ormai tutti conosciamo, le uniche che ci proteggono dal contagio: uso corretto della mascherina, distanziamento e igienizzazione frequente delle mani".