Coronavirus, la ’Chiarugi’ si blinda per salvarsi. Ma l’angoscia corre dentro la Rsa

Tamponi a tappeto nella residenza sanitaria di via Guido Monaco, dove i controlli sono rigidissimi Altri cinque anziani ospiti e un secondo operatore sono risultati positivi ed è scattata la quarantena

La Rsa ’Vincenzo Chiarugi’

La Rsa ’Vincenzo Chiarugi’

Empoli, 2 aprile 2020 - Più isolati di quanto non fossero già. Da settimane, ormai, non possono ricevere le visite di familiari, parenti e amici, e ora non potranno scambiare neppure due chiacchiere con gli altri ospiti. Risultare positivi al coronavirus in una casa di riposo è una doppia condanna. Il ‘nemico invisibile’ è penetrato nella Rsa Vincenzo Chiarugi di Empoli. Nei giorni scorsi si è portato via due anziane ‘residenti’: una signora di novantasette anni e una di ottantasette. Si sono contagiate condividendo alcuni spazi comuni dello stesso piano della struttura, come il tavolo da pranzo.

Altri cinque ‘residenti’ sono risultati positivi al tampone, mentre su una sesta persona regna ancora l’incertezza perché deve essere ripetuto il test. Al momento non presentano sintomi e sono stati posti immediatamente in quarantena all’interno della stessa struttura, dove nulla è più come prima. Il divieto d’accesso al mondo esterno imposto dalle nuove normative, ha messo fuori dalla porta anche tutto ciò che poteva regalare un sorriso, un momento di gioia o serenità. Niente più animazioni o feste, stop a concerti e spettacoli, niente più passeggiate o gite fuori porta. Anche quelle pacifiche invasioni di giovani e bambini sono un lontano e nostalgico ricordo. Se prima la vicinanza curava, alleviava, era il balsamo contro la solitudine.

Oggi si deve stare a distanza di sicurezza. E non basta. Lo sa bene anche tutto il personale, 120 tra infermieri e oss, in trincea col sorriso. Tra di loro si contano già due contagiati. L’ultimo caso di positività al Covid19 (oltre all’infermiere quarantenne, in quarantena al proprio domicilio) è stato rilevato due giorni fa, con l’inizio degli esami a tappeto disposti dalla Regione Toscana nelle Rsa e Rsd (strutture per disabili) e strutture sociosanitarie.

Si tratta di un’operatrice che si trova in isolamento domiciliare. I tamponi vanno avanti e non si esclude che nei prossimi giorni possano venire fuori nuove positività. Familiari e parenti degli ospiti vengono costantemente informati e rassicurati dalla residenza di via Guido Monaco. Nonostante tutti i rischi del caso, chi non ha alcun sintomo continua a rimanere in servizio, perché gli anziani, ora più che mai, hanno bisogno di assistenza e cure.

Chi però manifesta qualche linea di febbre o sintomi compatibili con il virus deve stare a casa. E allora gli organici si comprimono, i carichi di lavoro aumentano e gestire la quotidianità nei quattro piani della struttura non è affattofacile.

Mascherati con dispositivi protettivi su volto, mani, piedi e corpo, infermieri e operatori svolgono il loro lavoro con professionalità e tanta umanità. Si monitorizzano ogni giorno: prima di ogni turno si misurano la temperatura e la saturazione.

I controlli sono rigidissimi anche per chi bussa alla porta di via Guido Monaco: fornitori, volontari delle associazioni e altri soggetti ‘autorizzati’ possono entrare soltanto se, muniti di tutti i dispositivi di sicurezza, superano dei test: misurazione della temperatura, risposte alle domande che riguardano contatti avuti in queste ultime settimane.

Anche la biancheria e gli indumenti che vengono lavati all’esterno rientrano nella struttura soltanto dopo essere stati sottoposti a una quarantena di quarantott’ore in una stanza isolata. La Rsa Chiarugi è un bunker inaccessibile a tutti, ma non al nemico invisibile, che prima possibile deve essere cacciato via. Lo sarà infatti, e presto, ma il prezzo da pagare rischia di essere altissimo.

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