Ucraina, l'angoscia di Tatiana e Claudio: "Dobbiamo fare presto, non c’è più tempo"

Il consigliere di Capraia e Limite racconta l’angoscia della sua famiglia per amici e parenti che vivono in Ucraina. C’è bisogno di aiuti subito

Tatiana Posidzei e il marito Claudio Ometto

Tatiana Posidzei e il marito Claudio Ometto

Capraia e Limite (Firenze), 3 marzo 2022 - Il telefono che squilla nel cuore della notte. Sono le 4 e Tatiana Posidzei, dalla sua casa di Capraia e Limite dove vive da 30 anni, sta per ricevere da un’amica la peggiore delle notizie. "Stanno invadendo il Paese, qui in Ucraina è scoppiata la guerra". Da quella notte, non c’è più stato un sonno tranquillo per Tatiana e per la sua famiglia. Solo lacrime, dolore, preoccupazione per tutti i familiari e i parenti rimasti a Dnipro, città da un milione e mezzo di abitanti, a 260 chilometri da Donetsk e 500 da Kiev. A parlare lei proprio non riesce, è troppa l’angoscia. Il cuore è dilaniato, il pianto ininterrotto. E’suo marito, Claudio Ometto, a farle coraggio. "Da quella notte tutto è cambiato - racconta il capogruppo di Impegnarsi per Capraia e Limite - Ora dopo ora siamo in contatto con amici a parenti. La città si sta preparando all’attacco. Da quella maledetta notte non abbiamo più vita". Trent’anni di matrimonio, una figlia - Anastasia - cresciuta tra Italia e Ucraina, ed un attaccamento viscerale al popolo che "è il nostro popolo. Conosco benissimo l’Ucraina - dice Ometto - Ci abbiamo passato i momenti più belli della vita, trascorrendoci almeno 2 mesi l’anno da 30 anni a questa parte". Sono giorni di terrore.

«L’attacco sembra non placarsi, la guerra è strada per strada, ci sono zone in cui c’è una vera e propria guerriglia urbana. I giovani imbracciano armi e vanno incontro al loro destino. Tutti sono in pericolo, ma hanno voglia di restare e combattere. A Dnipro stanno distribuendo armi, scavando fosse, si cerca in ogni modo di difendere il Paese". Tatiana e Claudio seguono costantemente le notizie in tv, sono aggiornati tramite i canali social, ricevono video e messaggi che spaccano il cuore. "La notte sono tutti chiusi nei rifugi, gli uomini. Ma di giorno escono, si armano e si preparano a resistere. Là a Dnipro abbiamo il medico di fiducia, il dentista, il veterinario del nostro cane. Tutti loro si stanno armando, nessuno scappa, l’esodo riguarda gli anziani, le donne, le mogli con i bambini".

C’è sgomento, dolore e preoccupazione, la voglia di essere vicini e supportare quella che per la famiglia Ometto è la seconda casa. "Non riusciamo a vedere la luce in fondo al tunnel, qui si rischia il genocidio di un popolo. Gli ucraini non sono disposti ad arrendersi. Lotteranno per la loro autonomia. E noi da qui cosa possiamo fare? Intanto - conclude il consigliere comunale - mi sono messo a disposizione del sindaco Giunti per fare da tramite, cercare di capire quali siano i materiali urgenti da raccogliere, contattare le associazioni e i cittadini del posto ai quali spedire i pacchi. Per agevolare l’operato dei volontari in Ucraina, il materiale dovrà già essere suddiviso per tipologia. Non hanno tempo. E’ urgente. Non c’è più tempo".

Ylenia Cecchetti