Chirurgia ‘dolce’ al S.Giuseppe

Dimezzata la lista d’attesa per gli interventi vascolari in ospedale

Il dottor Enrico Barbanti con due componenti della sua equipe

Il dottor Enrico Barbanti con due componenti della sua equipe

Empoli, 12 maggio 2019 - E' scesa a meno di un anno la lista di attesa all’ospedale San Giuseppe per i pazienti che devono sottoporsi a interventi chirurgici vascolari. La cosa, spiega una nota dell’Asl Toscana Centro, è dimezzata nel giro di due anni grazie all’utilizzo della tecnica della obliterazione della safena interna mediante colla di cianoacrilato che si aggiunge ad altre mininvasive già utilizzate in precedenza. Oltre all’ospedale di Empoli gli interventi vengono eseguiti anche alla Casa di cura Leonardo di Vinci di Firenze con la quale l’Asl ha sottoscritto un accordo. Oltre seicento i pazienti che sono stati operati nella struttura privata da medici Asl di Firenze, Empoli e Pistoia. La tecnica della colla, prosegue la nota, permette di evitare le incisioni chirurgiche con notevoli vantaggi per il paziente.

Negli Stati Uniti viene definita «la chirurgia della pausa pranzo» la metodica che il team dei chirurghi vascolari del San Giuseppe diretto dal dottor Enrico Barbanti, pratica per curare le varici degli arti inferiori. «Con questo innovativo sistema – spiega il dottor Barbanti – non sono previste incisioni chirurgiche in quanto viene praticato un accesso percutaneo (puntura con un ago del diametro inferiore a due millimetri) in anestesia locale e trattata la vena safena incontinente con possibilità di immediata ripresa delle normali attività e con risultati sovrapponibili a quelli delle metodiche maggiormente invasive».

La terapia chirurgica delle varici degli arti inferiori vanta una storia millenaria, essendo già documentata ai tempi degli antichi Egizi e dell’Impero Romano, più recentemente si è assistito ad uno sviluppo rapidissimo di tecniche dalla seconda metà del 1800 fino ad arrivare alle attuali soluzioni mini-invasive che hanno visto in Franceschi con la ‘Chiva’ (dal 1988 circa) uno dei fautori e pionieri dell’approccio ambulatoriale. Nel mondo occidentale le varici agli arti inferiori sono presenti in forma clinicamente manifesta nel 10% dei maschi adulti e nel 20-33% delle donne, i dati relativi all’Italia parlano però di almeno il 25% degli uomini e 40% delle donne colpiti da tale patologia solo in apparenza benigna, infatti se è vero che i sintomi classici e più frequenti sono dati dalla sensazione di pesantezza delle gambe, dai crampi notturni, dal formicolio, dal bruciore e dal gonfiore (edema) degli arti, presenti soprattutto in estate, con il passare del tempo in assenza di trattamento possono comparire eczemi, ipodermiti, discromie (macchie scure) fino ad arrivare alle ulcerazioni, si calcola infatti che il 70% circa delle lesioni cutanee sia di origine venosa e di queste il 50% di origine varicosa.