Cappotti esterni, il Comune detta le regole

Obiettivo favorire la transizione energetica e sostenere l’edilizia. Ma le opposizioni non ci stanno: "Provvedimento miope e incompleto"

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di Tommaso Carmignani

Un provvedimento per dettare le regole del gioco in materia di cappotti esterni ed efficientamento energetico, argomento più che mai all’ordine del giorno alla luce dei tanti incentivi e sgravi fiscali che il Governo ha messo in campo per favorire la ripresa economica da un lato e la transizione energetica dall’altro. Il regolamento è stato approvato nell’ultimo consiglio comunale prima delle ferie e secondo le parole del vicesindaco Fabio Barsottini "consentirà a tutti i cittadini di ridurre i consumi energetici delle proprie abitazioni, rigenerare il tessuto urbano e soprattutto stimolare l’economia locale legata al settore dell’edilizia". L’obiettivo è recepire la mission del piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR Next Generation Italia) e dei sei pilastri del Next Generation Eu.

Il regolamento è anche una prima risposta alle richieste emerse dal tavolo tecnico, fortemente voluto dall’amministrazione comunale, con il compito di evidenziare le lacune, le problematiche e le criticità degli strumenti regolamentari attualmente in vigore. Il regolamento sui cappotti approvato servirà a specificare meglio a quali condizioni potrà essere realizzato l’intervento e con quali modalità. La realizzazione sarà ammessa su tutti gli edifici del territorio comunale con le sole limitazioni e prescrizioni previste all’interno del documento. Il provvedimento si aggiunge al regolamento comunale sul canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria approvato ad aprile. Laddove la realizzazione del “cappotto termico” vada a interessare l’occupazione permanente di suolo pubblico dovrà essere presentata apposita richiesta di concessione dell’occupazione. Non comporterà il pagamento di un canone al comune e non sarà necessaria per i cappotti termici realizzati con materiali che abbiano un basso spessore non superiore a 1 cm.

Ma è proprio su questo punto che intervengono le opposizioni, critiche nei confronti della manovra adottata dal comune. "Per le abitazioni con accesso su pubblica via – spiega il consigliere di Fratelli d’Italia, Andrea Poggianti – si inserisce un obbligo laddove il marciapiede sia inferiore al metro e mezzo, impedendo la realizzazione di un cappotto da 12 centimetri e costringendo i proprietari all’impiego delle nanotecnologie. Il problema sta nel fatto che una tecnica realizzativa di questo genere non contempla la cessione del credito alla banca e quindi limita fortemente l’accesso all’agevolazione fiscale del Superbonus, specie se pensiamo che la stragrande maggioranza delle ditte che propongono lo sconto in fattura lo fanno proprio perchè possono cedere loro volta il credito di imposta".

Le critiche del centrodestra interessano anche le limitazioni imposte nei confronti dell’edilizia popolare. "Queste abitazioni – prosegue Poggianti – vengono totalmente escluse dalla possibilità di ottenere il certificato conforme che garantirebbe l’accesso all’intervento. Viene infine posta una limitazione anche per gli edifici del centro e per quelli che hanno vincoli paesaggistici, ma su questo, in definitiva, potevamo anche essere d’accordo".