SAMANTA PANELLI
Cronaca

Campione numero uno, il cerretese Giovanni Micheli

Esperto di filatelia. Ricordi e cimeli del figlio

Giovanni Micheli con Mike Bongiorno e Sabina Ciuffini ad una puntata del Rischiatutto

Empoli, 23 aprile 2016 - Con i suoi trentun’anni, una cultura fai da te costruita sfogliando libri su libri nel suo studio a Cerreto Guidi e una personalità semplice e forte, Giovanni Micheli è stato il primo campione di Rischiatutto. Dell’originale, quello scattato il 5 febbraio 1970 con al timone un giovanissimo Mike Bongiorno, oggi rispolverato e riproposto con padrone di casa Fabio Fazio. La prima puntata, di giovedì sera come vuole la tradizione, ha tenuto incollati alla tv spettatori di ogni età: il Rischiatutto è storia ma anche attualità. Ha lasciato il segno, regalando un posto speciale nel cuore di tanti, a chi a suon di risposte si è imposto come campione.

E’ il caso dello stesso Micheli. Il cerretese doc, figlio del carraio Carlo e della ricamatrice Derna, inizialmente doveva far parte dello staff della trasmissione, poi decise di partecipare al gioco: entrò nella cabina, occhi puntati sul tabellone elettronico, con un curriculum prestigioso da esperto di filatelia - suo il tomo su tariffe postali dal 1862 al 2000 in sette volumi - ed enigmistica classica - era nel club dei cento appassionati d’Italia - e vi uscì tre puntate dopo.

Con il titolo di primo campione di sempre e il record di aver fatto declassare la prima puntata a numero zero. Come? Contestando una domanda. Una partecipazione che gli diede una fama indiscussa. «A Firenze ma anche in piazza San Pietro, tra 20-30mila persone, in tanti mi hanno riconosciuto e si sono avvicinati per complimentarsi», spiegava lui stesso, incredulo, a Mike. Ma a casa portò pure un bel gruzzolo di gettoni d’oro zecchino. Custoditi, con l’estrema cura che lo contraddiceva in tutto - e non poteva essere altrimenti per chi disegnava cruciverba come niente fosse per la Tedeschi editore - anche da corrispondente dal borgo mediceo per La Nazione. Proprio quei gettoni, coniati ad hoc per la trasmissione e consegnati a Cerreto in un pacchettino di cartone da un corriere, gli permetteranno, nei primi anni ’80, di pagare le ‘mura’ della nuova casa in via Ildebrandino.