Caldo torrido, i campi sembrano deserto "Dobbiamo dare acqua all’agricoltura"

Il presidente dell’Associazione Produttori Colline Toscane, Tomasulo: "Reimpiantare nuovi boschi per ottenere più ossigeno"

I campi dall’alto hanno i colori del deserto. A risentire di questa anomala estate particolarmente calda e siccitosa non sono soltanto le persone, ma anche la natura. Il presidente dell’Associazione Produttori Colline Toscane, Diego Tomasulo, analizza lo stato attuale della situazione mettendo in evidenza i rischi nel settore agricolo se dovessero perdurare queste temperature atipiche. "Stiamo vivendo un’estate decisamente calda e precoce – spiega Tomasulo - È infatti dagli inizi di maggio che si registrano temperature tipicamente tropicali; questo, accompagnato da una pressoché assenza di precipitazioni, ha comportato una sofferenza anche nella natura tutta. Infatti, vediamo intorno a noi i danni di una tale assenza prolungata di piogge che non erano state abbondanti nemmeno nell’autunno-inverno precedente". In molte zone anche vite e olivo hanno bisogno di irrigazione: la sete è fortissima e lo stress mette una seria ipoteca sulle rese.

"Quest’anno – osserva il presidente - le raccolte dei prodotti ortofrutticoli saranno sicuramente più scarse anche se di buona qualità e con notevole anticipo. Stesso discorso per le produzioni vitivinicole, che vedranno una vendemmia anticipata e con poca uva, la cui qualità dipenderà dalle prossime settimane, se ci saranno piogge. Gli olivi stanno soffrendo in maniera particolare questa siccità, ma le alte temperature dovrebbero scongiurare il pericolo della mosca". L’assenza di piogge, ormai prolungata da mesi, ha portato alla luce il problema dell’emergenza idrica. "Secondo me – riprende Tomasulo - bisognerebbe risparmiare acqua e concentrarla meglio per le coltivazioni, ma soprattutto evitare gli sprechi, non solo nelle abitazioni, ma anche nelle condutture idriche comunali. Ancora non siamo riusciti a capire che la deforestazione, oltre alle emissioni di Co2 non fa altro che accelerare il processo del cambiamento climatico e che bisognerebbe reimpiantare nuovi boschi e foreste con piante ad alto fusto necessarie alla produzione di ossigeno".

L’acqua consegnata all’agricoltura, all’irrigazione, è tutt’altro che sprecata – apsetto questo anche in questi giorni torridi è stato ripetuto a vari livelli –: le colture trattengono ciò di cui hanno bisogno, restituendo il resto dell’acqua alla terra, e poi alle falde sottostanti. L’acqua consegnata all’agricoltura è vita, che si difende e si rinnova. I cambiamenti climatici stanno creando non pochi problemi agli agricoltori. E ora l’acqua sta finendo: se nei prossimi giorni non pioverà il quadro si farà ulteriormente drammatico.

"Siamo di fronte a una nuova annata con tante criticità sulla produttività – sottolinea Tomasulo -. Gli agricoltori vivono momenti difficili dovuti ai tanti danni che hanno visto problemi diversi, ma sempre legati ad una condizione meteorologica più estrema: gelate tardive, danni dovuti a tempeste simil tropicali, grandinate e in ultima, ma non per rilevanza, i danni da ungulati che in un’annata come questa, dove non trovano acqua a disposizione, stanno letteralmente divorando interi vigneti e non solo. Ciò che chiediamo alle istituzioni – conclude il presidente - è un sostegno verso le aziende agricole per riuscire a sopravvivere del proprio lavoro attraverso fondi di risarcimento per i danni subiti, non solo a parole ma a fatti".