"Bolletta da 13mila euro. Così per noi sarà la fine"

Lievitano i costi dell’energia elettrica, tante attività di ristorazione in ginocchio Il titolare del C.Risiamo: "Cifre da infarto, i rincari ci stanno ammazzando"

Luigi Di Dio Faranna, titolare del C.Risiamo Cafè

Luigi Di Dio Faranna, titolare del C.Risiamo Cafè

Empoli, 17 gennaio 2022 - Lo choc è arrivato quando ha letto il numero a cinque cifre. Un salasso da 12.911 euro e 74 centesimi. Tanto è arrivata a costare l’energia elettrica nell’ultimo mese. "Mai ricevuta una bolletta così", sbotta Luigi Di Dio Faranna, titolare del C.Risiamo Cafè di via Roma. Prezzi pazzi dovuti ai rincari dell’energia che stanno mettendo in ginocchio tante attività di ristorazione e non solo. "Quando ho aperto la bolletta mi è preso un infarto – continua Di Dio Faranna –. Prima il Covid, ora questo. Ci stanno ammazzando e così non so come farò ad andare avanti...". 

I costi in bolletta sono lievitati fino a raggiungere picchi mai visti. "Il consumo è stato lo stesso eppure devo pagare più del doppio rispetto al normale", dice sconsolato il proprietario del locale. Eppure non sembra esserci nessun errore, nessun valore sballato. "Farò controllare l’impianto e valuterò il cambio di gestore, ma dubito che possa servire a qualcosa", dice Luigi che è titolare anche del ristorante Gradisca. "Anche in questo caso la bolletta dell’energia è stata una mazzata, 5.866 euro". Per tamponare i rincari alle stelle, molti ristoratori stanno valutando di ritoccare il listino dei prezzi. "È un’ipotesi – commenta Di Dio Faranna –. Se lievitano i costi delle utenze non ci sono molte vie d’uscita". 

Il caso del C.Risiamo, che rischia di dover pagare cifre monstre come 155mila euro l’anno solo di energia elettrica, è emblematico. A subire forti ripercussioni sono anche le industrie del vetro e della ceramica che lavorano con forni sempre accesi. "In questo mese i rincari ci toglieranno il 30 per cento degli incassi – continua il titolare del locale –. E se la situazione dovesse continuare così, o addirittura peggiorare, sarebbe terribile". Un periodo buio, tanto quanto i mesi del lockdown. O addirittura peggio. "In quel caso l’attività era chiusa, le spese si erano quasi azzerate e i dipendenti erano in cassa integrazione – conclude Di Dio Faranna –. Adesso il lavoro è poco e il ristorante quasi vuoto, però le spese sono un macigno". 

Alessandro Pistolesi