Morte di Sara, il padre: "Cosa ci faceva mia figlia sdraiata sull’asfalto?"

Antonio Scimmi non si arrende: «Non è stato fatto tutto quel che si doveva»

 Il babbo di Sara Scimmi, Antonio

Il babbo di Sara Scimmi, Antonio

Empoli, 30 gennaio 2019 - «Mi devono spiegare che cosa ci faceva Sara, sdraiata sull’asfalto». Antonio Scimmi non ci sta. E’ praticamente incredulo di fronte alla notizia della richiesta d’archiviazione avanzata dal sostituto procuratore Alessandra Falcone. «Io lo apprendo da lei, mi giunge nuova. Non ne so assolutamente nulla», il suo commento, sgomento, in tarda mattinata. Poi la telefonata all’avvocato e la conferma. Quella che sembrava un’indiscrezione da verificare diventa certezza. Un fatto con il quale fare i conti. Ed ecco che scatta la corsa al perché.

Gentile eppure determinato, vuole capire «le motivazioni di questa scelta, quando noi stavamo lavorando per presentare nuove richieste alla procura. Accertamenti secondo noi importanti» per chiarire che cosa sia accaduto quella notte del settembre di due anni fa. «Mia figlia non ha mai manifestato intenzioni suicide – continua –. Era reduce da una serata in discoteca con gli amici. Una serata in compagnia, spensierata. Dovrei credere che, uscita dal locale, si sia sdraiata in mezzo alla strada di sua spontanea volontà?».

Il punto è quello: ricostruire ciò che, a detta del padre della giovane di Castelfiorentino morta a soli 19 anni, «non è stato approfondito dalle indagini. A partire dalla presenza di dna sotto le unghie di mia figlia. Il nostro perito di parte ha evidenziato dubbi: ci sono elementi per individuare due profili maschili. Avevamo chiesto di fare perizie sul terriccio presente sulle scarpe di Sara e ancora accertamenti sui suoi vestiti. Ci sono stati rifiutati».

Un attimo di pausa, poi Antonio Scimmi riprende. «Voglio leggere che cosa è stato scritto a sostegno della richiesta d’archiviazione – annuncia –. Domani (oggi, ndr) attraverso il nostro avvocato faremo domanda per poter accedere a quelle pagine, per leggere le ragioni che hanno spinto il pm ad andare in questa direzione». E poi sarà comunque presentata, come il codice prevede, l’opposizione all’archiviazione. Dolore e disperazione si mescolano nella voce del padre costretto a rinunciare alla propria bambina. «Più rabbia, mi creda – sottolinea –. Perché so che fin dall’inizio non è stato fatto tutto ciò che doveva essere fatto».

La mente torna alle 3.23 del 9 settembre 2017, quando il corpo ormai senza vita di Sara, volontaria impegnata nel servizio civile alla Misericordia di Castelfiorentino, venne notato da alcuni passanti sull’asfalto di via Ciurini. Come accertato dai carabinieri, a travolgerla era stato un camion. Il conducente è stato indagato per omicidio stradale: il pm Falcone ha presentato la richiesta di conclusione indagini. «Finalmente – riflette Scimmi – potrò guardare in faccia quell’uomo. Se vorrei chiedergli qualcosa? Ma certo. Vorrei chiedergli com’era mia figlia quella sera. Vorrei chiedergli di raccontare che cosa ha visto».