Assistenza domiciliare, Cgil furiosa "La situazione è fuori controllo"

Secondo i sindacati la carenza di Oss e infermieri ostacola la gestione delle cosiddette dimissioni urgenti. Baldacci: "Servizi tarati per l’ordinario, non è garantita la rapida presa in carico dopo l’uscita dall’ospedale"

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Dall’affollamento del pronto soccorso ai problemi di assistenza per anziani fragili e pluripatologici. E il problema – tuonano i sindacati – è sempre lo stesso: la mancanza di Oss e infermieri. Secondo la Cgil il problema si sta manifestando in tutto il territorio dell’Asl Toscana Centro, ed in particolare l’Empolese Valdelsa, dopo che a causa del perenne sovraffollamento dei pronto soccorso è stato istituito il servizio dei Girot ospedalieri e territoriali, costituito da geriatri e infermieri, con l’obiettivo di gestire i pazienti molto anziani e fragili pluri-patologici al proprio domicilio, evitando le continue ospedalizzazione degli stessi. La repentina attivazione di questo importante e strategico servizio di filtro delle ospedalizzazioni sta provocando dei gravi disagi e disservizi in tutti i servizi dell’assistenza domiciliare, che ad oggi non sono in grado di prendere in carico i pazienti dimessi dai Girot a causa della cronica carenza d’infermieri e Oss. Tutti i servizi della domiciliare sono dotati a stento del personale necessario per svolgere solo le attività ordinarie, e non hanno le risorse necessarie per rispondere alle richieste di dimissioni urgenti.

"E’ da diverse settimane che la situazione è fuori controllo - dichiara Baldacci Simone, coordinatore Fp Cgil Usl Centro Toscana –, ancora ad oggi non sono state definite con chiarezza le ‘regole d’ingaggio’ fra servizi dell’assistenza domiciliare e Girot, sulle modalità dei tempi di gestione delle dimissione di questi pazienti fragili".

Sempre più spesso, lamentano i sindacati, si stanno verificando episodi spiacevoli al momento della dimissione le cui principali vittime sono i pazienti e le loro famiglie, visto che al momento della dimissione precoce dall’ospedale vengono promessi a questi utenti servizi e una presa in carico celere che non può essere assolutamente essere fatta da parte dei distretti della territoriale, che non hanno né il personale né i mezzi necessari per garantire le richieste di attività urgenti che gli vengono spesso ‘scaricate’ dagli ospedali senza nemmeno la dovuta condivisione. "Si sta verificando un pericoloso cortocircuito fra i servizi domiciliari e dell’ospedale, le cui principali vittime sono i pazienti e i loro familiari - continua Baldacci -; da sempre i servizi dell’assistenza domiciliare sono ‘tarati’ per rispondere alle richieste di attivazione ordinarie e non sono assolutamente attrezzati per prendere in carico i pazienti il giorno stesso".

La Cgil chiede quindi un protocollo operativo da parte dell’azienda e, in attesa che questo avvenga, serve continuare a prendere in carico i pazienti entro le 72 ore. "In generale – dicono infine i sindacati – seve avviare una discussione sulla organizzazione territoriale e in applicazione del Dm 77 che stabilisce i parametri del personale".