di Tommaso Carmignani
I numeri parlano chiaro. Secondo le associazioni di categoria, circa la metà del tessuto artigianale e commerciale della Toscana rischia la chiusura. E l’Empolese Valdelsa, in questo, non fa eccezione. C’era anche una delegazione del nostro territorio, da Confesercenti a Cna, all’incontro di ieri mattina a Firenze tra le principali associazioni a tutela di commercianti e artigiani – oltre a loro i presidenti regionali di Confcommercio e Confartigianato – e i parlamentari toscani appena eletti, tra cui l’ex sindaco di Vinci e ormai senatore di lungo corso Dario Parrini.
Il tema è quello dei rincari, dalle bollette alle materie prime, passando per i carburanti e per l’effetto Covid, che continua a produrre crisi nella piccola e media impresa. Il problema non riguarda solo i grandi centri, ma anche – e soprattutto – le piccole realtà come quella empolese, lontane dai flussi turistici delle città d’arte e dove il tessuto produttivo è stritolato da una crisi che non sembra avere fine. "Dopo un inizio di 2022 positivo – dice il presidente regionale di Confesercenti, il certaldese Nico Gronchi – i consumi sono tornati a calare a causa dell’aumento indiscriminato di bollette e materiali. Abbiamo necessariamente bisogno di un aiuto da parte del Governo, perché quelli che sono arrivati, seppur importanti, non bastano".
La crisi riguarda soprattutto le realtà minori come questa. "Il paradosso è che il settore è in crescita anche in questi territori – dice ancora Gronchi – ma ora siamo velocemente tornati in sofferenza. E i consumi stanno lentamente tornando in terreno negativo". Negli undici comuni, tra artigiani e commercianti, si parla di circa 7-8mila imprese che danno mediamente lavoro a 2-3 persone ciascuna. Nelle scorse settimane, a proposito del comparto dei panificatori e delle pasticcerie, Cna parlava di fatturati in calo e del rischio chiusura per almeno il 13 per cento di queste attività, con un rischio di riduzione della produzione del 21 per cento. Numeri che se aggregati a quelli del commercio si aggravano ancora di più. Quasi un terzo delle attività del territorio rischia di non riaprire bottega all’inizio dell’anno nuovo. "Dobbiamo farci capire sia dalla politica regionale che da quella nazionale. Spero che chi di dovere recepisca il messaggio che stiamo lanciando – dice il presidente regionale di Cna, Luca Tonini – perché noi non siamo più disposti a lasciar morire le nostre aziende. Noi vogliamo salvarle e con esse anche i nostri territori e il nostro paese. L’ultimo decreto aiuti in qualche modo può aiutare, ma la logica del più soldi a tutti va in qualche modo rivista. E’ necessario tutelare maggiormente le imprese e con esse anche le famiglie a cui queste aziende fanno capo. Il messaggio che dobbiamo far passare è che ad oggi non ce la facciamo davvero più ad andare avanti".
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