Al Ferragosto non si rinuncia. Chiusa più della metà dei negozi

La prossima settimana almeno un 60-70% delle attività legate al commercio al dettaglio abbasserà le saracinesche, ma è più ’colpa’ della mancanza di clientela che della volontà dei commercianti

Ferragosto in città tra aperture e chiusure

Ferragosto in città tra aperture e chiusure

Empoli, 12 agosto 2020 - Sarà un agosto ‘più aperto’ del solito, ma la fiducia dei commercianti è sotto le scarpe e la città, come ogni estate, si sta pian piano svuotando in vista della settimana di Ferragosto. E il Covid? Una presenza oscura e minacciosa, ma niente che possa impedire un po’ di sano relax al mare. E cosi l’idea dei giovedì sera di shopping anche ad agosto rischia di fare a cazzotti con un centro che, gioco forza, non sarà aperto e scintillante come a luglio. Secondo le stime delle associazioni di categoria e dell’associazione dei commercianti, la prossima settimana almeno un 60-70% delle attività legate al commercio al dettaglio resterà chiusa. Sono qualcuna in meno rispetto allo scorso anno, ma sempre tante se pensiamo che nei mesi di marzo e di aprile non si è lavorato e che gli incassi sono stati pari a zero.

«Però – sottolinea il responsabile di Confesercenti, Gianluca D’Alessio – non commettiamo l’errore di pensare che i commercianti vogliano andare in ferie per lavorare di meno o perché non vogliono rinunciare alla settimana al mare. In realtà per loro è una scelta obbligata, visto che di questi tempi, con cosi poche persone in giro, tenere aperti sarebbe più che altro una rimessa, specialmente per coloro che hanno uno o due dipendenti da pagare e costi di gestione molto alti». Il problema, se cosi si può chiamare, è che anche in una fase di crisi come questa le persone sembrano aver rinunciato a tante cose tranne che alle vacanze e cosi, nonostante tutto, Empoli si sta pian piano svuotando.

«Qualcuno aveva anche intenzione di non chiudere, si parla comunque di numerose attività – prosegue D’Alessio – ma viste le performance di questi primi giorni di agosto hanno cambiato o stanno cambiando idea». Discorso simile anche per quanto riguarda bar e pubblici esercizi. Di solito, negli anni passati, le attività che rimanevano aperte si contavano sulle dita di una mano, mentre adesso un buon 40-50% dei locali (soprattutto quelli del centro) potrebbe decidere di rimanere aperto. Motivazioni legate al Covid e alla crisi di fatturato scaturita dal lockdown, ma nelle previsioni degli esercenti non ci sono certo affari d’oro ad agosto. «Quello che notiamo – dice Eros Condelli dell’associazione Centro Storico e titolare dello storico bar Vittoria – è che ogni giorno che passa ci sono sempre meno persone in giro. Questo è un dato di fatto, si rinuncia a tutto ma non alle vacanze. Io rimarrò aperto, ma se avremo davanti la solita platea di pubblico degli anni scorsi non prevedo grossi incrementi. Una differenza importante sta semmai nei giorni di chiusura: prima i bar facevano anche tre settimane di stop, adesso ci si ferma per pochi giorni». Il timore è per l’inverno. «Mi fa rabbia vedere noi che rispettiamo le misure di sicurezza mentre nelle località balneari si consentono assembramenti in locali all’aperto e al chiuso. E poi se la rifanno coi giovani. Il rispetto delle regole è fondamentale – conclude –: un altro lockdown ci condannerebbe».

Tommaso Carmignani