"Aiuti subito alle piccole e medie aziende"

La Cgil preoccupata per le ricadute negative sull’occupazione derivate dalla crisi che l’impennata di gas ed elettricità sta causando

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A lanciare l’allarme in maniera forte sono stati i sindacati Cgil, Cisl e Uil di settore a livello nazionale: il rincaro delle risorse energetiche e le speculazioni in atto nel mercato di scambio ETS (Emission Trading System) sulle quote di emissioni di CO2 minacciano la tenuta del comparto produttivo per vetro, ceramica e gomma plastica. Tre settori che a livello industriale occupano circa 210 mila lavoratori. A soffrire particolarmente in questa fase sono le piccole e medie imprese, che in alcuni casi sono ricorse al fermo produttivo con il conseguente spegnimento degli impianti e la collocazione in Cassa Integrazione di migliaia di lavoratori, che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro. Gli effetti di questa situazione si stanno già vedendo anche nell’Empolese Valdelsa, come dettaglia il responsabile di zona della Cgil, Giuseppe Dentato.

"I grandi gruppi – dice Dentato – riescono a diluire i costi, ma le piccole e medie aziende ci hanno già chiamato per dirci che il problema è gravissimo. Al punto che fra qualche settimana se non intervengono cambiamenti significativi dovranno chiudere gli impianti e sospendere l’attività in attesa di vedere cosa accade".

Di quali e quante aziende parliamo?

"Quelle del vetro, fra Montelupo e Fucecchio, quelle di gomma plastica e quelle della ceramica, tutte energivore. Più nello specifico, si tratta di una decina di aziende nel vetro, circa venti nella ceramica e una quarantina nel gomma plastica, che hanno dimensioni diverse e complessivamente occupano oltre un migliaio di lavoratori".

Come sindacato di zona avete in programma iniziative?

"Abbiamo investito della problematica le istitutzioni a vari livelli, a partire dai sindaci, alla Regione ai rappresentanti del governo. Stiamo cercando di avere sostegni per le società più piccole che sono quelle che soffrono di più di questo rincaro spropositato delle risorse energetiche. Se dovesse perdurare la situazione tanto da far decidere qualche azienda che è meglio cessare la produzione, nonostante il lavoro ci sia perché le commesse ci sono, allora metteremo in campo iniziative pubbliche. Va detto che le aziende per ora provano a resistere, cercano di calmierare l’aumento dei costi, ma la concorrenza è fortissima e un aumento del prezzo finale può essere mal digerito e portare il cliente a rivolgersi altrove".

Quali sono gli interventi che chiedete i nell’immediato?

"Una maggiore attenzione alle piccole e medie imprese: la quantità di denaro che verrà messa in campo per sostenere chi viene colpito da questi aumenti deve essere distribuita anche alle piccole e medie aziende energivore"

Francesca Cavini