Accessi boom, pronto soccorso in tilt. Pazienti in attesa su brande da campo

Il personale è sotto organico, 24 ore di fuoco per l’ospedale. La denuncia del sindacato: "Caos organizzativo"

Pronto soccorso (foto di repertorio)

Pronto soccorso (foto di repertorio)

Empoli, 20 ottobre 2021 -  Quaranta persone in barella in attesa di un ricovero, pazienti visitati su brande da campo perché non c’era più un posto libero. Sono state 24 ore di fuoco al pronto soccorso di Empoli. Tra domenica e lunedì il dipartimento dell’emergenza urgenza del San Giuseppe ha rischiato il collasso. Nell’arco di una giornata è stata raggiunta la cifra record di 190 utenti visitati dal personale sotto organico. I medici in servizio dovrebbero essere 27, ma sono 23, di cui uno part time e un altro libero professionista con scadenza del contratto il 31 dicembre. Chi si è trovato ad accogliere il surplus di accessi ha cercato di fare il possibile per garantire la presa in carico delle persone. Gli operatori sono stati costretti ad adottare misure straordinarie, come la rimozione temporanea delle misure di distanziamento sociale: così è stato possibile aumentare la ricettività degli ambulatori, recuperando 4 posti letto nel reparto di osservazione breve intensiva e il posizionamento di alcune brandine di fortuna.  

«Questo però – sottolinea Simone Baldacci, coordinatore Funzione pubblica Cgil Asl Toscana centro – non è bastato a impedire che 40 utenti rimanessero nelle barelle in attesa di ricovero. Sono ormai diversi mesi che il Dea del San Giuseppe vive una permanente situazione di sovraffollamento e caos organizzativo. Per l’ennesima volta il servizio ha vissuto un assalto di utenti alla ricerca di una prestazione sanitaria, spesso non urgente e differibile". Sono utenti per lo più anziani con pluripatologie per i quali, in base a una nota della direzione sanitaria aziendale dello scorso 1 luglio, si sarebbero dovuti creare percorsi di presa in carico alternativi. Una volta terminato il lavoro dei medici di pronto soccorso o dell’area medica, i pazienti dovrebbero essere avviati al percorso più adatto: ricovero, dimissione dal pronto soccorso verso strutture di cure intermedie, low care, lungodegenza o anche Rsa, attivando apposite convenzioni; o ancora percorso day service o l’attivazione dei Girot (Gruppi di intervento rapido ospedale territorio). "L’unica azione attuata – dichiara Baldacci - è stata aggiungere due letti nei reparti di chirurgia". Il coordinatore della Fp Cgil sostiene che, volendo, l’aumento temporaneo dei posti sarebbe possibile. "Nella sola area medica del nosocomio empolese – spiega - potrebbero essere attivati fino a 16 posti letto di incharge room, che potrebbero essere utilizzati per posizionare pazienti che hanno terminato il loro percorso diagnostico-terapeutico e che sono in attesa di ricovero". Il futuro dei Dea non è roseo. "Nei prossimi mesi assisteremo a una carenza strutturale di medici che potrebbe anche portare alla chiusura di alcuni pronto soccorso, se non saranno prese misure straordinarie", sostiene il sindacalista.  

Irene Puccioni