Empoli, 1 giugno 2011 - OMICIDIO volontario ed occultamento di cadavere, quello della povera Maria Silvana Furlan: il suo ex convivente, Ubaldo Voli, 73 anni, è stato ieri condannato a 26 anni di reclusione. «Faremo ricorso in appello», ha subito annunciato il suo avvocato, Saverio Giangrandi. Che non nasconde di essere rimasto deluso, così come lo stesso Voli, dalla sentenza.

 

«Ora non commento» dice Voli, visibilmente colpito dal verdetto della Corte d’Assise. L’avvocato Giangrandi entra nei dettagli: «A nostro avviso non c’erano gli elementi per la condanna. Nel corso del dibattimento sono emersi aspetti contrastanti con le ipotesi accusatorie. Sono convinto che in appello questi aspetti porteranno ad un esito diverso. Per noi è importante che che nel corso del processo siano venuti fuori questi elementi incompatibili con l’accusa, prima leggeremo la motivazione della condanna poi li porteremo all’attenzione della Corte d’Assise d’appello: nessuno di questi elementi può escludere che siano stati altri ad uccidere Maria Silvana. Mi riferisco soprattutto ai dati scientifici, che non hanno fornito certezze né sulla data, né sul luogo e neppure sulle cause della morte della donna. E questi sono dati incontrovertibili, vedremo come la Corte riuscirà a colmare le lacune relative a queste incertezze».

 

Dunque, tra un po’ di tempo si tornerà in aula. Ora però c’è questa condanna, pesantissima, a carico dell’ex imprenditore di insegne luminose, per aver ucciso la sua ex convivente, originaria di Gorizia e vedova di un noto professionista empolese: «Le sentenze — prosegue Giangrandi — si rispettano e ciò che a nostro avviso non è chiaro lo porteremo in appello. Certo, ci siamo rimasti male, per questa sentenza. Ad ogni modo ripeto: sarebbe stato peggio se nel dibattimento non fossero emersi quegli elementi cui mi riferivo prima».

 

L’unico verdetto a favore di Voli è stata l’assoluzione dal reato di detenzione di materiale pedo-pornografico (le fotografie rintracciate nel computer in suo uso). Ricordiamo che il pm Bianco aveva chiesto 30 anni, includendo anche questo reato. Voli, da parte sua, oppone un «non posso assolutamente commentare». Si aspettava probabilmente un esito diverso: aveva scritto di suo pugno anche un memoriale difensivo, un vero e proprio libro che da qualche mese è in attesa di un editore.