Empoli, 31 maggio 2011 - Sono entrambi sudamericani, giovani e pronti a stupire. L’Empoli li coccola come il più prezioso dei gioielli, perchè il futuro è anche e soprattutto nelle loro mani. Il primo è Franco Signorelli, classe 1991, venezuelano. Il secondo è Gaston Duarte Brugman, classe 1992, uruguayano. Schierati dall’inizio nella gara di domenica a Vicenza, entrambi sono risultati tra i migliori in campo, per la gioia di Aglietti e della società. E non serve di certo la sfera di cristallo per capire come a luglio saranno entrambi nel ritiro della prima squadra.
Il mediano. Lucidità, piedi buoni e una freddezza incredibile fanno di Signorelli uno dei giocatori sul quale l’Empoli punta maggiormente per il futuro. Ha speso la stagione appena passata allenandosi tanto ma giocando poco: con gente tipo Musacci, Moro, Valdifiori e Soriano non era facile trovare spazio.

Lui se lo è ritagliato piano piano, senza protestare: era la sua prima, vera esperienza nel calcio a certi livelli e non ci potevamo attendere di più. Ma quando è sceso in campo, il giovane regista italo-venezuelano si è messo in mostra come meglio non poteva. E’ arrivato grazie a un’intuzione di Andrea Innocenti, che lo ha visto giocare tramite un filmato giunto appositamente da Caracas. I dirigenti azzurri non se lo sono fatto ripetere due volte e dopo una stagione positiva con la Primavera eccolo arrivare al vertice della catena. Il prossimo sarà un anno importante per lui, perchè con le partenze di Soriano e forse di Musacci, senza contare le voci relative a Valdifiori, la voglia di puntare su di lui c’è.

Può fare sia il regista davanti alla difesa che l’interno sinistro di centrocampo, ha tecnica, piedi e lucidità. E sul piano caratteriale non ha nulla da invidiare a giocatori più navigati di lui. Il trequartista. Duarte Gaston Brugman è nella scuderia di Mino Raiola, arriva dal Penarol di Montevideo e rappresenta la sorpresa più intrigante di questo finale di stagione. Ha giocato — e bene — tutto l’anno in Primavera, ma quando il tecnico Aglietti ha avuto bisogno di rimpinguare la ‘rosa’ non ha avuti dubbi sulla scelta di farlo allenare con i ‘big’.

Classe 1992, Brugman è un trequartista puro come lo era Ighli Vannucchi. Piedi buoni, grande velocità di esecuzione e buona visione di gioco. Ancora non ha la capacità che aveva l’ex capitano di saltare l’uomo, ma è sulla buona strada. E’ sfrontato, furbo e del tutto privo di timori reverenziali. E’ ancora presto per definirlo in qualsiasi modo, ma che questo sia un giocatore sul quale la società punta molto appare fuori discussione. Farà il ritiro per capire se la scelta migliore sarà farlo rimanere o mandarlo in prestito da qualche parte, ma la sensazione è che i dirigenti abbiano già le idee chiare...