Empoli, 12 aprile 2010 - Un modo di fare agricoltura ripreso da una tradizione toscana a rischio, altrimenti, di scomparire. E in particolare il vino. Un bianco e tre tipi di rosso prodotti con uve non industriali, tipiche di questa zona come il Pugnitello, la Foglia Tonda, il San Colombano, il Buonamico e la fucecchiesissima Galletta stanno facendosi apprezzare sul mercato italiano, ma anche negli Usa, grazie a una piccola azienda creata da due giovani, Lapo Tardelli, fiorentino, e Giulio Wilson Rosetti, di famiglia ravennate ma da tempo residente a Torre.

 

Esperti enologi con titolo universitario, Tardelli e Wilson Rosetti hanno cominciato quasi per gioco con un piccolo vigneto dietro casa passando a collaborare con anziani proprietari di altri vigneti trascurati o abbandonati in una sorta di nuova mezzadria, fino a creare una struttura vitivinicola di 11 ettari, che si chiama «Dalle nostre mani». E questa loro esperienza l’hanno voluta far conoscere tramite un video realizzato con 14 anziani contadini di Fucecchio: hanno lasciato ai loro racconti la possibilità di tramandare il mestiere.

 

Un video che viene usato come spot per pubblicizzare in Spagna i prodotti biologici e che sta riscuotendo successo alla fiera «Vinovinovino» a Verona (come si legge anche sul «Corriere della Sera»). Sono le immagini dei contadini di Torre ad essere usate per pubblicizzare il risultato della fatica di Tardelli e Wilson Rosetti, che curano i vigneti legandoli col sistema toscano della «U arrovesciata» conosciuto come quello del «Girone capovolto».

 

Un metodo che non si usa più ma che dà risultati eccellenti, per ora tradotti in 27.000 bottiglie l’anno. «Abbiamo rilevato vigneti a Botteghe e a Stabbia scommettendo con noi stessi sia pure con un modo diverso di curare le piante, senza cioè usare diserbanti e servendoci delle vecchie metodiche apprese da anziani agricoltori, ottenendo vini diversi da quelli commerciali», conclude Wilson Rosetti.