La Lettura vinciana nel ricordo di Carlo Pedretti

Il professor Fehrenbach di Amburgo e la gerarchia delle arti secondo Leonardo

Frank Fehrenbach a Vinci

Frank Fehrenbach a Vinci

Vinci, 16 aprile 2018 - Approfondimento e ricordo, nel segno di Leonardo e di chi gli ha dedicato la vita, tra studio e ricerca. La Lettura Vinciana di sabato, molto partecipata, al Teatro della Misericordia, si è aperta con l’omaggio da parte dei rappresentanti istituzionali a Carlo Pedretti, massimo studioso di Leonardo e della sua opera, scomparso nel gennaio di quest’anno.

«Ricordiamo uno studioso e una persona che ha dato tanto a Vinci – ha sottolineato il sindaco Giuseppe Torchia, insieme all’assessore alla cultura Paolo Santini e alla direttrice di Museo e Biblioteca leonardiani Roberta Barsanti –. Salutiamo e abbracciamo la moglie Rossana e annunciamo che presto intitoleremo a Carlo Pedretti la piazza antistante Villa Pezzatini, qui nel borgo di Vinci».

Una novità accolta tra applausi e commozione, prima di dare spazio a Leonardo e alla sua arte pittorica, analizzata e approfondita da Frank Fehrenbach, docente di Storia dell’arte e dell’architettura all’Università di Amburgo. Sua la voce protagonista della 58esima Lettura Vinciana, evento inaugurale delle Celebrazioni leonardiane 2018. Fehrenbach, nella sua relazione, ha delineato l’ampia riflessione di Leonardo sulla pittura, ponendo l’accento sul concetto leonardiano del «uovo senso interno all’uomo a cui demandare l’ulteriore elaborazione di impulsi».

Vale a dire, la capacità di un’immagine, reale o evocata, di rimanere impressa nel cervello e quindi nella memoria. Un concetto che «ha secondo Leonardo un rapporto privilegiato con gli occhi». Da qui, deriva la scala gerarchica delle arti: «Leonardo stabilisce una gerarchia delle arti in base alla maggiore o minore capacità di rimanere impressa.

L’immagine che evoca la poesia, a esempio, è più debole dell’immagine della pittura. I dipinti racchiudono pertanto più vita e più forza». Il pensiero di Leonardo va, dunque, oltre perché pone la pittura al di sopra della natura stessa. «Le cui creazioni sono perfette» ma hanno in sè un limite. «Perché nella gara con il tempo anche le cose più belle moriranno». La pittura, secondo Leonardo, oltrepassa la comune percezione.