Empoli, ora è salvezza: una serie A da applausi e chissà che venerdì...

Con il pari della Salernitana a Bergamo, gli azzurri possono festeggiare la matematica salvezza. Ripercorriamo la tappe di un club esempio di come fare calcio

Empoli in campo con il Torino (foto Tommaso Gasperini/Germogli)

Empoli in campo con il Torino (foto Tommaso Gasperini/Germogli)

Empoli, 3 maggio 2022 - Al “Meazza” contro l’Inter con la salvezza in tasca. Con il pareggio della Salernitana a Bergamo con l’Atalanta (1-1 in extremis degli orobici), è scattata la festa dell’Empoli. La squadra allenata da Aurelio Andreazzoli, infatti, ha ottenuto la salvezza matematica con 3 giornate di anticipo. Sono 37 i punti conquistati dagli azzurri in 35 partite e visto che Salernitana e Cagliari, terz’ultima e quart’ultima della classifica, avranno il confronto diretto domenica prossima, solo una delle due potrebbe raggiungere i toscani nella peggiore delle ipotesi (3 sconfitte nelle ultime 3 gare dell’annata).

Nella stagione 2022/23 sarà ancora serie A, per la quindicesima volta nella storia della società: Empoli è la città non capoluogo di provincia che ha disputato più tornei nella massima serie a girone unico. Venerdì prossimo, dunque, Romagnoli e compagni potranno giocare contro i nerazzurri di Simone Inzaghi senza l’assillo di dover fare punti, con la mente sgombra dai cattivi pensieri: chissà che così non si possa tornare ad ammirare l’undici che, soprattutto nella prima parte del campionato, ha dato spettacolo oltre ad aver messo fieno in cascina.

La salvezza è un’altra perla della gestione di Fabrizio Corsi. Empoli, ormai, è uno dei nomi di chi sa fare calcio in Italia e non solo a livello di prima squadra maschile. Basti ricordare quello che hanno saputo fare, in tempi recenti, la formazione Primavera e la compagine femminile. L’organizzazione societaria è il fiore all’occhiello (e il segreto) del sodalizio, che dispone di un centro sportivo da top club e ha fatto altri investimenti lungimiranti (l’ultimo, a Vinci).

Una società riconosciuta in tutta Europa e non paia un’esagerazione: è così. A Empoli si lavora molto e si parla poco e se il calcio è uno sport stupido per persone intelligenti o il gioco del potere, come rammenta sempre l’ex direttore sportivo Claudio Nassi, da Corsi sino all’ultimo dei collaboratori lo stanno interpretando alla perfezione. Splendide davvero le ultime due annate sportive: la scorsa, con una promozione in A mai in discussione, da grande squadra, questa con un gioco ancor più sublime, specie da settembre a dicembre, e la consapevolezza che affrontare l’Empoli è difficilissimo per tutti, perché l’Empoli, anche sotto di due reti come a Torino con il Toro o con il Ciuccio al “Castellani”, gioca, sempre e comunque, ergo è un pericolo costante.

Di questa quattordicesima stagione in A passeranno alla storia del pallone le 2 vittorie contro il Napoli dell’ex Spalletti, il successo all’Allianz Stadium sulla Vecchia Signora e l’affermazione nel derby con la Fiorentina. Ma soprattutto l’essere arrivati a un passo dalla qualificazione ai quarti di finale di Coppa Italia, a San Siro contro l’Inter: solo al 91’ il pari di Ranocchia, solo al 104’ la rete decisiva di Stefano Sensi, appena ceduto in prestito alla Samp. A Milano, alla Scala del calcio, l’Empoli dette una lezione ai campioni d’Italia: una lezione di calcio. Chissà che, venerdì prossimo, finalmente liberi dalla tensione, non si possa tornare a contemplare un collettivo da applausi.