Spendere bene sarà l'impresa più difficile

L'editoriale della direttrice de La Nazione

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

Firenze, 14 novembre 2021 - Spendere, spendere presto, spendere bene. Non male, detta così: è più o meno il sogno di ciascuno di noi. Con l’avvento del Pnrr, il tema del come spendere e del quanto spendere è attuale quanto imprevedibilmente complesso. Perché se spendere è difficile, spendere bene è un’impresa che richiede efficienza e preparazione. È, insomma, un’impresa per pochi. E la domanda da fare, mentre il tempo a disposizione si assottiglia, è: siamo pronti? La Toscana deve arrivare al traguardo – presumibilmente a metà del 2022 – con un carnet di progetti credibili che sappiano coniugare le esigenze immediate del territorio a una visione d’insieme da cui passerà il rilancio della regione.

Una regione che mai come oggi sta vivendo una fase di profonda crisi: nell’economia, nello sviluppo produttivo e perfino nelle tradizioni e nei valori che ne hanno disegnato la storia più o meno recente. Crisi non è una brutta parola, è una parola neutra: ha a che vedere con la trasformazione. Ogni fase di trasformazione, ogni fase di passaggio, è di per sé una fase di crisi. Crisi necessaria al cambiamento. Dunque questa è, anche, una fase piena di potenzialità, di opportunità: ecco la fotografia della Toscana (ma potremmo dire dell’Italia) di oggi.

Ora, l’architettura del Pnrr è molto complessa: i ministeri, nell’assegnare alle singole regioni i soldi a disposizione, si stanno muovendo con logiche, modalità e tempistiche differenti. Per cui avere accesso ai finanziamenti per progetti strategici non sarà né semplice né scontato. E la domanda, come dicevo, è questa: siamo pronti? La Toscana ha già approntato un piano per portare a casa quasi due miliardi di euro (tra fondi assegnati e stimati). Una cifra imponente, anche se una Regione del nostro calibro può ambire a ottenere cifre ben più cospicue.

La sensazione è che manchi una cabina di regia tecnica che sappia assumersi il compito di non disperdere energie e potenzialità, con il rischio di compromettere la sostenibilità dei progetti stessi, e quindi la loro possibilità di essere accolti. Ma esiste anche un tema politico, altrettanto delicato e urgente: la Toscana è di fatto tagliata fuori dai luoghi in cui, a livello nazionale, si prendono le decisioni. Il problema della rappresentanza locale (così debole nelle stanze del potere romano, dopo la sbornia del renzismo), potrebbe oggi di diventare un tallone d’Achille anche per la missione Pnrr.

Mentre la partita per il Quirinale, con Draghi sempre più papabile per il Colle, rischia di indebolire il governo, con tutte le conseguenze del caso. Una cosa è certa: da quanti soldi sapremo ottenere, e da come sapremo metterli a frutto, ci giudicheranno le generazioni a venire. Sprecare anche un solo centesimo di questa occasione, sarebbe un peccato imperdonabile.